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Sicuramente qualche pezzo della vostra auto l'hanno fatto loro: parliamo di Bosch, la multinazionale tedesca che - forse non tutti lo sanno - è un po' diversa da ogni altra azienda. In primis per il fatto che fa capo ad una Fondazione di beneficenza e la maggior parte degli utili vengono reinvestiti in ricerca e sviluppo o donati a cause umanitarie. Ma l'altro campo di eccellenza si sviluppa sul terreno delle energie che utilizziamo tutti i giorni anche più spesso dell'auto, ovvero il riscaldamento e l'acqua sanitaria. non vi sembri "off topic" questo articolo, perché le energie in ballo fra automotive e le case stanno convergendo a grande velocità: l'elettricità e l'idrogeno.
Anche in questo settore comandano le normative comunitarie, che hanno dettato le leggi per il Green Deal che culminerà nel 2050 con le "emissioni zero" per il territorio UE e che passa necessariamente per le modalità di riscaldamento delle abitazioni, visto che è oramai appurato che anche se ci fosse la totale conversione di tutto il traffico veicolare alle emissioni zero, il tasso di CO2 complessivo si ridurrebbe solo del 16-17%, e non basta
In un'indagine portata a termine su 1.000 consumatori nel mese di ottobre, le opinioni sulle azioni da iniziare subito devono essere rivolte non tanto ad un efficientamento dei sistemi di riscaldamento attuali, ma ad un vero cambio di approccio energetico, un po' come sta avvenendo per l'auto nel passaggio dai carburanti fossili all'elettricità. L'apertura principale che la tecnologia Bosch può supportare è rivolta ai sistemi di riscaldamento e generazione di acqua calda attraverso l'uso (puro o in percentuale) dell'idrogeno green.
Questo approccio permetterebbe di affiancare alla futura elettrificazione (che basa il riscaldamento sulle efficienti pompe di calore, ma richiede interventi pesanti per aggiornare gli impianti) una tecnologia che è più "compatibile" con gli oltre 13 milioni di vecchie caldaie convenzionali (non a condensazione) che ci sono in Italia.
Non tutti sanno infatti che la rete di distribuzione del metano nel nostro Paese per il 70% è già "H2 Ready", ovvero è idonea per trasportare idrogeno anziché il metano. Infatti le attuali caldaie a condensazione Bosch possono già funzionare con una miscela del 20% di idrogeno green e fra breve saranno disponibili quelle adatte all'idrogeno puro. Con questo approccio i caloriferi rimangono gli stessi e si cambia solo la caldaia (con incentivi al 65%).
Chiaro che con una grande disponibilità di energia elettrica verde magari auto generata e per una casa di nuova costruzione o sottoposta ad una ristrutturazione profonda la soluzione dei pannelli a pavimento e delle pompe di calore è la più efficiente e green che esiste. Richiede però un grosso investimento iniziale, nonché un certo grado di adattamento delle nostre abitudini: per esempio un impianto simile è meglio che rimanga sempre acceso invece che inserito a orari prefissati, e la disponibilità di acqua calda non è infinita, perché viene accumulata in un serbatoio boiler elettrico.
L'importante, secondo i dati della ricerca Bosch, è che nel regolamentare e incentivare l'adeguamento dei nuovi impianti di riscaldamento per le case ci sia l'opportunità di rispettare una neutralità tecnologica di base, quindi una grande flessibilità di prodotti e servizi che vengano incontro ai clienti e alle loro necessità, che siano quelle di una nuova abitazione in classe "A Super", quindi a emissioni zero, o ad una ristrutturazione. Proprio per questo la Casa tedesca sta mettendo in campo una rete di centri di consulenza (Bosch Clima Service) presenti in ogni capoluogo di regione, che vengono incontro anche ad un'altra importantissima esigenza: quella di avere un unico interlocutore per tutte quelle pratiche e adempimenti che servono per i premessi, gli incentivi e le certificazioni necessarie.
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