Bosch investe nella ricerca 310 milioni per il nuovo centro di Renningen

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Un vero e proprio campus, destinato a divenire presto il fulcro mondiale del R&D del colosso tedesco. Ospiterà 14 edifici e 1.200 persone. Abbiamo visitato il cantiere e provato in anteprima due novità della Bosch (la frenata salva pedone e il parcheggio automatico)
6 maggio 2014

R&D (research and development). Ricerca e sviluppo sono alla base della leadership tecnologica mondiale di Bosch. Un’azienda che nel 2013 vanta un fatturato di oltre 46 miliardi di euro, di questi quasi il 10% (4,5 miliardi) sono stati investiti in ricerca. Si tratta di una cifra colossale che va di pari passo con un altro dato molto significativo: la società tedesca dà lavoro a 281.000 persone nel mondo, nel 2014 45.000 tra queste saranno impiegate proprio nella ricerca.


A questo link trovate i numeri più importanti del bilancio aziendale del 2013, comunicati durante l’annuale conferenza a cui abbiamo preso parte. Bosch è ben presente anche nel nostro Paese, in Italia occupa quasi 6.000 dipendenti in 19 diverse fabbriche per un fatturato nel 2013 di 1,7 miliardi di euro.

Il centro di Renningen

Municipalità di Renningen, a due passi da Stoccarda, nel cuore dello stato del Baden-Württemberg. Qui nel giro di due anni sarà operativo il nuovo centro di ricerca e di sviluppo della Bosch. Prevede 14 nuovi edifici su un terreno di 100 ettari, per una superficie totale di quasi 110.000 metri quadri. Occuperà inizialmente 1.200 persone. Saranno investiti 310 milioni di euro e saranno messe a frutto tutte le più avanzate tecnologie per limitare al massimo il consumo energetico del complesso. Il campus di Renningen consentirà di concentrare in questo polo le varie attività di ricerca, che invece oggi sono distribuite nell'area di Stoccarda (nelle zone periferiche di Gerlingen-Schillerhöhe, Schwieberdingen e Waiblingen).

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Il nuovo centro ricerca Bosch di Renningen prevede la costruzione di 14 nuovi edifici, con soluzioni tecniche all'avanguardia per il risparmio energetico

 

«Creando canali di contatto ancora più stretti tra progettisti e ricercatori, vogliamo stimolare la creatività e accelerare il trasferimento di conoscenze tra le business unit»  ha dichiarato Klaus Dieterich, presidente della divisione Corporate Research and Advance Engineering. Abbiamo visitato il nuovo centro di Renningen e ammirato la capacità con cui i tedeschi sono riusciti a procedere nei lavori. Il cantiere è stato quasi ultimato nel giro di soli due anni dall’inizio dei lavori e senza alcun aumento dei costi. D’altra parte anche il territorio ha fatto la sua parte, il sindaco di Renningen ha infatti valutato molto positivamente il nuovo insediamento tecnologico, che avrà sicure ripercussioni sull’indotto economico dell’intera regione.

L’importanza della ricerca

Renningen diventerà sicuramente il centro di R&D più importante di Bosch. Non bisogna però dimenticare l’impegno a 360° della società tedesca, che vanta otto centri di ricerca nel mondo e la partecipazione a ben 250 progetti universitari. Nel 2014 i ricercatori passeranno da 43.000 a 45.000 unità, una percentuale molto alta se si considera il numero complessivo degli occupati. A Renningen 12 dei 14 edifici saranno costruiti secondo il modello dei migliori campus universitari. 

I sistemi di recupero del calore previsti per i laboratori e le officine copriranno circa il 50% del fabbisogno di riscaldamento dell'intero sito

 

Le palazzine a due-tre piani del laboratorio e dell'officina saranno collegate mediante ponti finestrati e strutture di collegamento trasparenti. La parte centrale del campus sarà caratterizzata da ampie aree verdi e laghetti artificiali che raccoglieranno l’acqua dai tetti. L'edificio centrale, alto 60 metri, sarà la costruzione più imponente del sito. I sistemi di recupero del calore previsti per i laboratori e le officine copriranno circa il 50% del fabbisogno di riscaldamento dell'intero sito, mentre l'acqua piovana raccolta nei laghetti e nei pozzi sommersi servirà a raffreddare gli edifici. Per bilanciare gli effetti sull'ecosistema, Bosch si è impegnata a migliorare la qualità dell'acqua di un lago vicino, a bonificare uno stagno e piantare alberi da frutta. Le specie animali rare sono state trasferite all’esterno del cantiere.

 

Il sistema di parcheggio automatico della Bosch

 

Abbiamo assaggiato i frutti della ricerca

Va bene, anzi benissimo, la teoria, ma cosa c’è di meglio di una prova sul campo degli effetti della ricerca? Bosch ci ha fatto assistere al funzionamento di due sistemi che presto vedremo impiegati sulle auto in produzione. Parliamo della frenata automatica fino alla velocità di 30 km/h e al parcheggio completamente automatico dell’auto (il guidatore può quindi scendere dalla vettura, che procede da sola a posizionarsi). Abbiamo verificato come sia davvero a buon punto il progetto di parcheggio automatico della vettura (nel nostro caso una Volkswagen Passat Variant).

 

Il sistema Bosch è infatti in grado di riconoscere la presenza di uno spazio sufficiente al parcheggio della vettura e avvisa il conducente, che a questo punto posiziona la leva del cambio a doppia frizione in Neutral e schiaccia il pulsante del parcheggio automatico sulla plancia. La vettura procederà quindi da sola alle manovre di parcheggio, agendo su sterzo, freno, acceleratore e cambio. Il guidatore può anche uscire dalla macchina e fare l’operazione con un’app dello smartphone (ma sulla versione definitiva sarà preferito un tasto sulla chiave in dotazione).

 

Al volante di una Golf abbiamo invece verificato il funzionamento del sistema di frenata automatica in presenza di un ostacolo (tipicamente il pedone in città) fino alla velocità di 30 km/h (oltre il sistema non aiuta perché aumentano le variabili in gioco, soprattutto legate al comportamento degli altri utenti della strada che hanno maggiore distanza da noi e quindi maggiore possibilità di abbandonare la nostra traiettoria in tempo). Il sistema Bosch sfrutta i radar e la videocamera collocati sulla parte alta del parabrezza e, quando vede comparire il (finto) bambino davanti a noi, interviene stoppando la vettura al posto del guidatore (ovviamente se questi è distratto). La potenza frenante applicata è elevatissima grazie alla presenza di uno speciale boost che distribuisce la forza necessaria alla pinze dei freni. La frenata automatica “salva pedone” sarà disponibile a partire dal 2016. Anche grazie a dispositivi come questo le auto di nuova generazione potranno ottenere la massima valutazione nei test Euro NCAP, che dovranno prevedere appunto la presenza a bordo di sistemi di assistenza automatica alla guida. 

 

Il sistema di frenata automatica di emergenza sviluppato da Bosch

 

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