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Dalla mobilità alternativa e con il passaggio all'elettrico nasceranno nuovi posti di lavoro?
Forse, anzi certamente sì; eppure la transizione in corso rischia di falcidiare profili professionali anche importanti e di fare tabula rasa sui territori.
La notizia che arriva da Bari ha l'effetto di una bomba: Bosch ha infatti annunciato, in occasione di un incontro con sindacati e Regione, di aver pianificato ben settecento esuberi nei prossimi cinque anni nello stabilimento pugliese, la cui attività è quasi interamente dedicata a prodotti legati alle classiche motorizzazioni termiche, benzina e diesel.
La multinazionale tedesca ha delineato un quadro a fosche tinte sul futuro prossimo del sito, che in conseguenza della conversione verso la mobilità elettrica fino al 2027 perderà più del 40% della forza lavoro attualmente impiegata, pari a 1.700 operai, mentre se sarà confermata la dead line europea del 2035 per la cessazione della vendita di auto con motore termico, agli annunciati se ne aggiungeranno almeno altri 500.
Insomma, non una riduzione di posti di lavoro, ma una vera strage, soprattutto in un contesto sociale fortemente esposto verso la marginalizzazione industriale.
Ovviamente il piano delicato da Bosch ha trovato l'immediata contrarietà della componente sindacale, che invita l'azienda ad utilizzare le risorse finanziarie previste per la transizione ecologica per mettere a punto un piano di reindustrializzazione per salvare l’occupazione ed impedire quella che annuncia come una prossima desertificazione industriale, oltre ad invitare il Governo, e direttamente il premier Draghi, ad attivarsi con Bosch per capire quali risorse economiche la multinazionale sia disposta ad investire su Bari per la riconversione produttiva nell'ambito della green economy, che consenta di azzerare gli esuberi denunciati.
Sul tavolo del ministro Giorgetti sta per aprirsi un nuovo dossier, che si aggiunge ai tanti altri già presenti al Mise: la transizione ecologica si presenta sempre più come un percorso irto di ostacoli da superare.