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Il principio bonus manus ambientale, secondo il quale più inquini, più paghi, sarà esteso alle tasse di possesso degli autoveicoli: dopo l’ecotasse e gli incentivi all’acquisto di modelli a ridotte emissioni, infatti, il Governo punta ad applicarlo anche al bollo auto.
Va letta in tal senso la stipula del protocollo «Aria Pulita», firmato a Torino dal premier Conte con sei ministri (Ambiente, Economia, Sviluppo economico, Infrastrutture e trasporti, Politiche agricole, Salute), insieme a Regioni e Province autonome.
La bozza contiene una serie di provvedimenti necessari a rispondere a due diverse procedure d’infrazione arrivate dall’Unione Europea, relative a sforamenti sulle emissioni di biossido di azoto e particolato.
Tra le diverse azioni previste, che coinvolgono settori molto diversi, come agricoltura, trasporti, riscaldamento delle abitazioni, uscita dal carbone, spicca quella denominata “disincentivo all’uso di veicoli ad alte emissioni inquinanti“: una misura in qualche modo anticipata dal ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, che in audizione alla commissione Ambiente alla Camera aveva citato l’impegno del ministero dell’Economia a elaborare una proposta legislativa per individuare criteri “bonus malus”» nelle tariffe del bollo auto.
La tassa di possesso rivista in tal senso potrebbe diventare una sorta di bollo “sul consumo”, basato cioè sui consumi di combustibile, proporzionali alle emissioni di CO2, considerate climalteranti.
Ma tale proposta andrebbe comunque valutata con la giusta attenzione: basarsi, infatti, sull’unico dato della CO2 per valutare il tasso di inquinamento di un veicolo significherebbe non considerare altri elementi emissivi, come particolato e il biosssido di azoto.
Altro elemento da considerare riguarda il modello “pay 4 use“, di recente introdotto in Olanda, che consiste nel pagare in base all’effettivo utilizzo del veicolo e non più, come avviene in Italia, basandosi sui dati di potenza svluppata e classe ambientale.
Una soluzione, quest’ultima, adottata più di dieci anni fa e che inizia a mostrare i suoi limiti: per esempio, pone allo stesso livello una moderna Euro6 a gasolio con modelli Euro4 con diversi anni di anzianità.
Il protocollo firmato a Torino prevede che il Mef (Ministero Economia e Finanze), sulla base del bonus malus già adottato, stili entro 180 giorni una proposta di modifica alla normativa oggi in vigore, magari tenendo conto di quanto già riportato dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, che prevede una revisione graduale dei “sistemi fiscali sul trasporto (tassa immatricolazione, tassa di possesso, imposte sui carburanti, ecc...)“.