Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Novità per gli automobilisti: dal primo gennaio 2020 il pagamento della tassa di circolazione si farà soltanto utilizzando "pagoPA". Ovvero il circuito di pagamento elettronico verso la Pubblica Amministrazione.
Dal 2020 basta bollettini postali o utilizzo delle agenzie di pratiche auto, che permettevano finora di pagare il bollo per veicoli intestati a residenti in regioni diverse, possibilità prima non contemplata da pagoPA.
Va fatto presente che pagoPa non è semplicemente un sito di pagamento online, ma una modalità per eseguire i pagamenti verso la Pubblica Amministrazione in modalità standardizzata tramite i cosiddetti “Prestatori di Servizi di Pagamento” (PSP) aderenti.
Si possono effettuare i pagamenti direttamente sul sito pagoPA, o sull’applicazione mobile dell’Ente, o attraverso i canali sia fisici che online di banche e altri PSP, quali le agenzie della banca, oppure utilizzando l’home banking (riconoscibili dai loghi CBILL o pagoPA), infine presso gli sportelli ATM abilitati delle banche, i punti vendita di SISAL, Lottomatica, Banca 5 e presso gli uffici postali.
La novità che riguarda il pagamento del bollo auto e moto è contenuta nel Decreto Fiscale legato alla manovra finanziaria di fine anno. Che comprende anche la riforma della RC auto, così come controlli mirati contro l’evasione fiscale.
Era già possibile utilizzare la modalità pagoPA (vale anche per tributi, tasse, utenze, rette, quote associative e altro tipo di pagamento verso le Pubbliche Amministrazioni centrali e locali, ma anche verso altri soggetti, come le aziende a partecipazione pubblica, le scuole, le università, le ASL), la novità è che dal primo gennaio 2020 sarà l’unico metodo di pagamento ammesso per il bollo.
Non cambieranno le scadenze, sempre legate alla data di immatricolazione del veicolo, e rimane la frequenza annuale.
Per utilizzare pagoPA occorre avere un indirizzo email attivo, ci si collega al sito dell’ente ove eseguire il versamento, inserire i propri dati anagrafici, il numero del documento e il codice identificativo di versamento (indicato come IUV) dell’ente pubblico creditore riportato sull’avviso di pagamento ricevuto.