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Il bollo auto potrebbe diventare più salato per le auto più vecchie. E' quanto si evince dalle parole del Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda pronunciate in occasione del Festival dell'Energia di Milano.
Nell'occasione, Calenda, parlando della Strategia Energetica Nazionale che dovrà passare dal Parlamento, ha detto che non sarebbe opportuno adottare «un meccanismo di rottamazione generalizzato e costosissimo», ma pensare ad un sistema «che lavori per esempio sul rapporto tra tassazione e rinnovamento del parco in maniera più accelerata».
Dunque no agli incentivi, sì alla tassazione delle auto più vecchie. Almeno è quello che pare di capire dalle parole del Ministro, dal momento che il tema dell'età media del parco circolante italiano è un po' un cruccio di Calenda, che poche settimane fa lo aveva definito «distastroso» in audizione alla Camera.
Consultando le statistiche dell'Agenzia Europea dell'Ambiente, però, non pare che la situazione italiana sia poi così disastrosa.
I dati dell'AEA, aggiornati a gennaio del 2017, dicono che l'età media italiana delle auto è di 7,54 anni, contro una media europea di 9,73. Tra i mercati comparabili, fa meglio di noi solo la Germania, con 6,87 anni, mentre Francia (8,02) e Spagna (9,86) hanno una media più alta. L'Italia è inoltre una delle nazioni europee con l'età media più bassa per quanto riguarda le vetture Diesel, che hanno in media 5,57 anni, mentre per le benzina le statistiche dicono 8,84 anni.
Le parole del Ministro hanno sollevato parecchie obiezioni da più parti, dal momento che tassare le auto più vecchie significherebbe penalizzare coloro i quali non possono permettersi di acquistare un'auto più recente, a maggior ragione in assenza di incentivi.