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Mini, un'icona britannica come Fiat 500 per l'automobile italiana. Certo, alcuni obietteranno che la piccola utilitaria non è più "100% british" da quando BMW acquisì il marchio, all'epoca di proprietà del Gruppo Rover, nel lontano 1994.
In ogni caso, gran parte dei modelli concepiti sotto il controllo della Casa tedesca, fino ad oggi erano stati costruiti nell'inglesissimo stabilimento di Oxford. Ebbene, non sarà più così, almeno per quanto riguarda le Mini a zero emissioni: BMW trasferirà in Cina della produzione delle elettriche entro la fine del prossimo anno.
L'impianto era stato profondamente rinnovato nel 2019 per dare spazio alla doppia linea di montaggio, una dedicata alle Mini termiche, l'altra destinata alla realizzazione delle Cooper SE a batteria. Una catena produttiva non del tutto efficiente, visto che richiedeva manodopera aggiuntiva per ogni elettrica, a causa del pacco batteria importato dalla Germania.
Secondo Stefanie Wurtz, il nuovo AD di Mini, lo stabilimento di Oxford al momento non è "attrezzato per la produzione di massa" di auto elettriche, ma necessita di "importanti investimenti" per la realizzare modelli a batterie su larga scala. La società prevede di ritornare in futuro a costruire auto a zero emissioni nell'impianto dell'Oxfordshire, ma non è dato sapere se questo avverrà in breve tempo.
Nel frattempo il sito inglese, da cui escono circa 40mila veicoli elettrici all'anno, continuerà a produrre le Mini a benzina, tre e cinque porte, oltre al modello cabrio, precedentemente realizzato nei Paesi Bassi. Una fase di transizione prima del passaggio alla gamma 100% full electric, all'inizio del prossimo decennio.
In parallelo alla produzione in Cina presso il partner di BMW, Great Wall Motor Co Ltd, dove sarà costruita anche la Aceman, lo stabilimento tedesco di Lipsia sarà dedicato alla nuova Mini Countryman.