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Il richiamo di BMW che interessa 1,5 milioni di auto per un problema ai freni ha radici lontane. Secondo quanto riporta Bloomberg, citando un documento relativo al provvedimento, le prime lamentele da parte di clienti e concessionari risalgono al giugno del 2022. Solo il mese scorso, però, la casa dell'Elica si è resa conto che fino a 1,5 milioni di vetture montavano il componente difettoso, fornito da Continental come parte di un sistema più leggero ed efficiente. BMW lanciò un'investigazione sul sistema frenante nell'ottobre 2023; da questa analisi emersero delle interferenze nei segnali elettrici trasmessi al sistema.
Il primo richiamo, che riguardava circa 80.000 veicoli negli USA, risale al febbraio del 2024. La situazione, però, è precipitata rapidamente, fino a coinvolgere oltre un milione di auto dei vari brand di BMW. Tra queste anche vetture di pregio come delle Rolls-Royce Spectre - prezzo di listino di oltre 400.000 euro - delle Serie 7 e dei SUV XM. Un richiamo massiccio, che ha portato BMW a creare una taskforce per migliorare il controllo della qualità tra i fornitori ed evitare che certe misure si rendano nuovamente necessarie in futuro.
Quanto alle tempistiche del richiamo, una portavoce di BMW ha spiegato ad Automotive News che ci è voluto del tempo per giudicare la portata e l'impatto finanziario della campagna, a cominciare dai costi degli interventi sull'impianto frenante nei singoli mercati coinvolti e per le diverse tipologie di veicolo. La Rolls-Royce Spectre, ad esempio, richiede un'operazione da perfezionare in 26 passaggi. Il problema è relativo al sistema di brake-by-wire i cui componenti sono uno dei prodotti chiave della divisione auto di Continental.
L'inconveniente nello specifico riguarda una funzionalità che riduce la forza necessaria ad attivare i freni, che su alcune vetture non si attivava completamente, rendendo difficile per i conducenti fisicamente più fragili applicare la pressione giusta in situazioni di emergenza, rischiando degli incidenti. Tutto ha avuto origine in una fabbrica in Ungheria, dove gli operai che si occupavano dei circuiti del sistema hanno lasciato della polvere tra i componenti. Fortunatamente, non ci sono notizie di incidenti e feriti legati al problema ai freni. Ma si tratta di una crisi pesante per il costruttore tedesco.