Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Tra le molte voci che si ascoltano in questi giorni di attivazione dei nuovi blocchi alla circolazione, ecco quella di AsConAuto. Quali tutele per chi non ha le risorse necessarie all’acquisto di un’auto meno inquinante e si vede tassata ugualmente una vettura che si può utilizzare molto meno del normale? Come si tamponano le perdite della rete per deprezzamento rapido di molti veicoli ancora in ottimo stato?
Giorgio Boiani è un fiume in piena e noi vi riportiamo le sue dichiarazioni, aggiungendo di nostro che troppo spesso ci si scorda di citare anche come le norme non puniscano adeguatamente chi utilizza certi mezzi con alimentazioni alternative che risultano esenti da limiti ma spesso, se maltenute, sono inquinanti ben più delle Euro3 in ordine.
“Nel giugno 2017 il Ministero e le quattro regioni del Bacino Padano hanno siglato un accordo entrato in vigore lo scorso primo ottobre, che prevede il blocco della circolazione per auto con motori diesel Euro3. Un provvedimento che va ad aggiungersi a quelli già previsti per i veicoli alimentati a gasolio con omologazione Euro0, 1 e 2, e a quelli a benzina Euro0. Si tratta di una limitazione che esclude dalla circolazione fino al prossimo 31 marzo 2019 almeno tre milioni tra auto e veicoli commerciali con modalità in termini di orari non omogenee tra Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna. In quest’ultima regione è stato peraltro deciso con un anno di anticipo di impedire l’uso delle diesel Euro4, che l’Accordo di Bacino Padano ha fissato per il primo ottobre 2019”.
“Si tratta di un provvedimento che i Comuni stanno applicando alla lettera, senza che siano stati adeguatamente valutati gli effetti. La criminalizzazione dei motori a gasolio ha raggiunto livelli incontrollabili, in favore di un’elettrificazione del mercato che non è ancora matura. Ancora una volta non è stato adeguatamente valutato l’impatto della circolazione di auto diesel sulla qualità dell’aria, pesantemente influenzata da altri elementi, primo tra tutti il riscaldamento nelle grandi città. Un recente studio dell’Istituto Motori del CNR ha evidenziato come in Europa solo il 20% delle emissioni CO2 sia prodotto da mezzi di trasporto, mentre il particolato è generato prevalentemente dal riscaldamento”.
“Lo stop obbligato impone costi che in questo particolare momento possono essere insostenibili per molte famiglie, che si trovano di fronte a un bivio: acquistare un’auto, magari d’occasione ma sempre recente, visto che tra un anno anche le Euro4 saranno bloccate, oppure tenere il veicolo nel box, pagare assicurazione e tassa di possesso per affidarsi a un trasporto pubblico non all’altezza. Ma il problema si pone anche per i concessionari, che da un giorno con l’altro si sono trovati ad avere quasi azzerato il valore di parte del parco usato disponibile”.
“Un esempio tangibile: ho incontrato in una concessionaria una famiglia che dalla Campania si è trasferita in Lombardia per consentire alla figlia di studiare. Sono arrivati con la loro auto diesel Euro3 ancora in ottime condizioni e ora sono disperati poiché il bilancio consente solo una scelta tra l’acquisto di un’auto o il proseguimento degli studi della figlia. La preoccupazione è soprattutto per la leggerezza con la quale sono state prese le decisioni. Soprattutto non si è parlato dell’imminente fermo anche delle Euro4 e della follia della ventilata possibilità di mettere a breve fuori legge anche le attualissime Euro6”.
“Non è giusto obbligare una persona a cambiare un’auto che andava ancora bene e tantomeno è corretto obbligare un concessionario a esportare nei Paesi dell’Est a quotazione da rottame auto che avrebbero ancora un discreto mercato. I concessionari sono sconcertati, le associazioni dei consumatori sono sul piede di guerra, anche perché per chi è obbligato a tenere ferma l’auto non è prevista alcuna forma di sconto su assicurazione e tassa di possesso. Sarebbe importante discutere sugli effetti del provvedimento. Avremmo bisogno di un interlocutore ma pare che attualmente al governo non ci sia nessuno che possa ascoltare la voce della base”.
“Sarebbe importante pensare a un emendamento, che possa in qualche modo tamponare gli effetti di un provvedimento le cui ripercussioni sono ancora tutte da scoprire. intanto, c’è chi per questo sta già perdendo molti soldi e sarebbe necessario arginare l’emorragia”.