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Gianmaria Aghem ha guidato più di 400 rally di auto d'epoca nella sua vita e ne ha vinti anche una buona parte. La sua auto è una Lancia Fulvia Coupé del 1965: "Adoro il design classico, la tecnologia vintage e il suono del motore", ha dichoarato con evidente gioia l'imprenditore torinese di 74 anni. Il suo soggiorno è adornato con più di 70 trofei. E ora con un altro traguardo straordinario che si aggiunge al suo bottino di riconoscimenti: la scorsa primavera ha stabilito sette record mondiali al Centro Tecnico di Nardò, in provincia di Lecce alla guida della modernissima monoposto elettrica Blizz Primatist, vettura che ha poco in comune con la sua Lancia Fulvia Coupé. Questa è un vero siluro, ma con il solo ronzio silenzioso del motore elettrico.
Il nome Blizz Primatist fa riferimento all'azienda di Aghem, Blizz Timing, che ha fondato alcuni anni fa e che produce cronometri di alta qualità per i rally. L'auto è stata modellata sulla mitica Z.E.R. (Zero Emission Record) lanciata dallo studio di design italiano Bertone nel 1994. Una reinterpretazione futuristica dell'Abarth 750 Record, un'auto da corsa degli anni '50 costruita sempre da Bertone. Come il suo antenato, lo Z.E.R. è stato progettato esclusivamente per offrire le massime prestazioni. E certamente lo ha fatto: l'auto elettrica ha stabilito due record mondiali. Uno è arrivato nel 1994, quando ha coperto una distanza di 199.881 chilometri in un'ora. L'anno successivo un nuovo record di velocità massima per i veicoli elettrici: 303,977 km/h.
Aghem ha conosciuto lo Z.E.R. per la prima volta nel 1996 alla fiera AutoClassica di Milano e fu subito colpito dal concetto. Per lui lo Z.E.R. era più di un classico Bertone: la nuova tecnologia di guida dell'auto rappresentava infatti un'incursione in un territorio inesplorato. Ed è esattamente ciò che l'automobilista torinese voleva circa un quarto di secolo dopo: guidare la Z.E.R., migliorarla e con essa stabilire nuovi record, solo che purtroppo l'auto non era disponibile. Dopo il fallimento di Bertone, infatti, l'ASI (Automotoclub Storico Italiano) ha acquistato l'intera collezione del Museo Bertone. Ora i veicoli, compreso lo Z.E.R. – sono in mostra a Volandia, museo vicino all'aeroporto di Milano Malpensa. E così, Aghem ha deciso di progettare il proprio veicolo: "Quando gli ingegneri si bloccano, chiamano qui e gli chiedono consiglio", dice sua moglie Rossella Conti. Aghem portò anche l'ingegnere Eugenio Pagliano, che aveva sviluppato la Z.E.R. e ora doveva unirsi a lui nel lanciare il successore non ufficiale. Ma il Blizz Primatist non è mai stato concepito per essere semplicemente una copia migliorata dello Z.E.R.: "Abbiamo sviluppato tutti i componenti da zero", ha sottolineato Aghem.
La batteria del Blizz Primatist è composta da 2.688 celle agli ioni di litio che forniscono un totale di 34 kWh. La propulsione elettrica è garantita da un motore asincrono trifase svizzero da 20 chilogrammi, che può fornire una potenza massima di oltre 147 kW e consentire una velocità massima di oltre 300 km/h. La gestione dell'energia è data da un complesso algoritmo che determina la velocità massima a una determinata distanza o tempo. Tutte le informazioni si fondono nell'abitacolo, con le sue letture digitali e i display LCD neri e grigi, che è quasi spartano come un abitacolo di Formula 1.
E se lo Z.E.R. ha stabilito i suoi due record mondiali sulla pista circolare NTC in Puglia, era logico che il successore mettesse alla prova il suo coraggio sulla stessa pista. Antonio Gratis, amministratore delegato di NTC, ricorda ancora chiaramente la telefonata di Aghem: “Quando mi è stato chiesto se potevo immaginare di aprire la pista per i tentativi di record, non ho dovuto pensarci due volte. Testare i limiti del futuro automobilistico fa parte del nostro Dna. La storia dell'auto è stata scritta sulle nostre piste. Cosa sarebbe il Centro Tecnico Nardò senza record?”.
E così il grande giorno è arrivato il 30 aprile 2021. Un carro attrezzi ha spostato il Blizz Primatist nella posizione di partenza sulla pista di 12,6 km. Il conto alla rovescia era segnato da un pannello e quando raggiunse lo zero il siluro nero con il tricolore italiano iniziò a muoversi silenziosamente. Il Blizz Primatist aveva intrapreso la sua ricerca per battere il record. Al volante c'era Gianmaria Aghem. Quel giorno e il successivo, ha ruggito in pista a velocità costanti comprese tra 200 e 250 km/h, stabilendo sette record in due classi di veicoli. Il 30 aprile ha coperto anche le distanze di 10 miglia, 100 km e 100 miglia alla velocità media più alta che i veicoli elettrici fino a 500 kg avessero mai raggiunto fino a quel momento. Aghem ha anche migliorato il record di percorso per l'ora, coprendo 225,184 km. Alla fine della giornata, la batteria aveva ancora una carica del 4% grazie alla gestione intelligente dell'energia. Durante la notte, la batteria è stata nuovamente caricata e l’1 maggio sono seguiti altri tre record nelle prove a cronometro di 10 miglia, 100 km e 100 miglia nella classe dei veicoli elettrici da 500 a 1.000 kg. I tempi sono stati certificati dalla FIA, i cui esperti si sono recati all'evento insieme ai rappresentanti del club automobilistico italiano ACI. L’aspetto incredibile è che se avesse impiegato più tempo e ricaricato la batteria, Aghem avrebbe potuto raggiungere velocità ancora più elevate: "Non era il mio obiettivo. Volevo dimostrare che un'auto a batteria può percorrere lunghe distanze ad alta velocità. L'ho raggiunto". Ora spera che il suo esempio serva alle case automobilistiche come stimolo per lo sviluppo delle auto elettriche.