Bjorn Waldegaard: io sono leggenda

Bjorn Waldegaard: io sono leggenda
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Ricordiamo Bjorn Waldegaard, primo campione del mondo rally, scomparso di recente, per il grande che fu e per come a suo tempo ci impressionò
1 settembre 2014

"Amo i rally e ho avuto una vita straordinaria al volante, ho vissuto la mia vita ogni secondo." Questo è il pensiero del grande Walle, come veniva affettuosamente chiamato dai suoi amici, primo Campione del Mondo Rally, con una carriera così longeva da coprire 5 lustri. L'ultima sua vittoria nel mondiale, il Safari Rally l'ha vinto a 46 anni e poi… poi non ha mai smesso di correre, partecipazioni a gare storiche, raduni, eventi… Nel 2011 l'ultima sua vittoria all'Est African Safari Historic.

Figlio d'arte

Figlio d'arte il padre si divertiva a gareggiare nei rally locali, il bimbo Bjorn già all'età di 7 anni sapeva guidare un'automobile ma dovrà aspettare fino alla maggiore età per poter finalmente partecipare ad un gara. Al suo esordio un navigatore d'eccezione… nientemeno che il papà. ll risultato finale fu un ottimo 8° posto, ottenuto con un VW Bettle 1200 cc. Il la era stato dato e da quel momento la carriera diventa a tratti travolgente, a 6 anni dall'esordio vince titolo nazionale e il Rally di Svezia, viene notato dalla Porsche e con loro bagna subito il suo esordio con la vittoria al Montecarlo, era il lontano 1969, vittoria che bisserà l'anno seguente aggiungendo altri allori.

Al ritiro della Porsche rimane a piedi… per modo di dire, infatti di gara in gara si alterna con le varie marche che lo ingaggiano, passa così disinvoltamente dalla Fiat 124 Abarth, alla BMW 2002 Ti, alla Citroen, l'Opel, la Toyota… Ma non vogliamo scrivere il solito "coccodrillo", vogliamo invece ricordarlo, per alcuni episodi che bene o male hanno contraddistinto la sua carriera. Ho avuto la fortuna di vederlo in azione per la prima volta dal vivo al famoso Rally di Sanremo del 1976, quello che bene o male tutti gli appassionati ad ogni latitudine conoscono per il famoso episodio dei 4".

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Ero insieme a mio fratello, uno dei tanti spettatori bordostrada, che fotografava la gara per passione, ancora non era un lavoro e non riuscivamo a capire tutti e due, perché dopo il via del cronometrista, la sua Lancia Stratos ancora non fosse partita

Quella volta in cui lo vidi per la prima volta di persona

Ero insieme a mio fratello, uno dei tanti spettatori bordostrada, che fotografava la gara per passione, ancora non era un lavoro e non riuscivamo a capire tutti e due, perché dopo il via del cronometrista, la sua Lancia Stratos ancora non fosse partita, pensavamo che avesse dei problemi, poi dopo qualche secondo la vettura scattò via dai blocchi e cominciò ad inseguire... All'arrivo ci spiegarono la famosa storia dei 4" e per me e mio fratello divenne da subito il nostro beniamino.

 

Ma cos'era successo in realtà? Cesare Fiorio voleva che i suoi due piloti, Waldegaard per l'appunto e Munari, gli unici rimasti in gara perché tutte le altre vetture erano out (tranne quella di Lele Pinto, in ogni caso staccatissimo, sempre con Lancia Stratos Alitalia), si giocassero la vittoria all'ultima Speciale. Siccome Walle era arrivato alla partenza dell'ultima prova con 4 secondi di vantaggio, la sua squadra gli impose di ritardare il via di 4 secondi, in modo da partire senza alcun vantaggio sull'avversario. Nonostante questa penalizzazione di tempo Waldegaard non solo riprese Munari, ma riuscì a stargli davanti di ben 4 secondi, vincendo da vero campione il rally. Ricordo che mentre tornavamo verso Roma, con la nostra Fiat 500, ripetevo ad alta voce il suo nome e il fratellino, giustamente mi prendeva per matto.


Dopo questa sua vittoria in Italia, da notare che anche l'anno prima aveva trionfato al Sanremo, battendo così per ben 2 volte il "Drago" Sandro Munari nel rally di casa e sul suo terreno favorito l'asfalto, dicevo dopo questa sua seconda affermazione qualcosa si ruppe tra il biondo svedese e il team italiano, ufficialmente non trapelò nulla all'arrivo, Bjorn si lamentò solo per il fatto di non aver avuto sulla vettura il numero 1 che spettava a lui di diritto,avendo vinto l'edizione precedente.

Una vittoria che non valse una conferma

La vittoria al Sanremo, non gli valse la conferma per l'anno seguente, anzi il rapporto fù chiuso prima del termine della stagione, tant'è che disputo' l'ultima gara in programma, il RAC con la Ford ufficiale. Libero da contratto intensificò i suoi contatti con la Ford, al momento di firmare, chiese se nella partecipazione al Mondiale del 1977 fosse incluso anche il Safari, da notare che all'epoca non era uno dei suoi rally preferiti, infatti prima di quell'edizione, aveva già partecipato 5 volte alla gara africana e per ben 3 volte si era ritirato quando era in testa,  la risposta di Kranefuss e Ashcroft fù affermativa ed allora pretese un ingaggio molto più alto ottenendolo e diventando di fatto il pilota con il cachet più' alto.

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Waldegaard mise il suo nome al fianco di quello di molti costruttori, tra cui quello Lancia

 

Quell'anno al suo esordio al RAC, coglie un ottimo 3° posto dietro al compagno di squadra Clark che vincerà la gara e al sua amico connazionale Blomqvist su Saab 99 EMS, ma precedendo proprio la Lancia Stratos di Munari. L'anno seguente ci regala un'altro dei tanti episodi particolari o curiosi che hanno costellato la sua carriera, la FIA ha istituito da quell'anno un titolo anche per i piloti, non è denominato Mondiale, perché per aggiudicarselo bisogna partecipare anche ad alcune gare Europee a Coefficiente 4 ed alcune prove denominate speciali, come il Costa D'Avorio.

Waldegaard partecipa con la Ford ufficiale al solo Mondiale Rally, vince il mitico Safari e anche Acropoli e RAC è praticamente in testa al Campionato e gli basterebbe iscriversi al Costa D'Avorio, salire sulla pedana e poi accostare la vettura al lato per vincere il titolo, semplice no…invece a Boreham decidono che non sono interessati al titolo e così per regolamento, non avendo partecipato a nessuna gara europea o speciale, gli vien tolta una delle 3 vittorie nel mondiale e perde il titolo per 1 solo punto a favore di chi?

Storie incrociate

Sandro Munari, incredibile come le storie di questi due top driver s'incrocino così di frequente. Quell'anno tra le sue 3 vittorie, spicca il Safari Rally, gara che la Ford vuole rivincere dopo la vittoria di Hannu Mikkola nel 1972 e la prepara minuziosamente, tra i rivali più accreditati proprio il team Lancia, destino vuole che anche il quartier generale scelto dai 2 contendenti sia lo stesso l'Hotel Norkfol a Nairobi, una storia infinita verrebbe da dire.

La Casa anglo/americana, fa le cose in grande, Waldegaard viene inviato per circa 1 mese in Africa per provare e riprovare il percorso, lo svedese forte dell'esperienza in Lancia con le gomme Pirelli, chiede ai suoi vertici di spingere la Dunlop a realizzare nuove gomme più performanti adatte alla gara africana, furono così costruite gomme con una carcassa migliore, infine la Ford impiega 2 aerei, uno dedicato solamente a lui, sarà il suo angelo protettore che non lo abbandonerà mai, in totale durante la gara resterà in volo ben 75 ore sarà il suo centro radio, la sua guida, avvertendolo in anticipo sulle varie difficoltà dovute alle numerose precipitazioni, sarà questo uno dei rally più bagnati e il suo quartier generale in volo lo salverà da diverse situazioni critiche, anche se la frase più celebre di questa gara rimane quella pronunciata da Peter Ascroft al momento che la Ford N°1 dello svedese stà facendo il suo ingresso vittorioso a Nairobi: "Per favore lavate la vettura". Un laconico Ok fù la risposta del fido navigatore Thorzelius.

Il 1979 è uno di quegli anni con tanti aneddoti da raccontare, porta la Ford a vincere il titolo mondiale marche e a vincere lui per 1° in assoluto il mondiale piloti, appena istituito


Il 1979 è uno di quegli anni con tanti aneddoti da raccontare, porta la Ford a vincere il titolo mondiale marche e a vincere lui per 1° in assoluto il mondiale piloti, appena istituito. Ma il campionato per Ford e lo stesso Waldegaard era iniziato nel migliore e peggiore dei modi allo stesso tempo al Rally di Montecarlo, questo è un altro episodio che ha alimentato la sua leggenda. Quell'anno la Casa di Boreham punta al titolo senza mezzi termini, la squadra è composta da Waldegaard, Mikkola, Vatanen e Clark, questi ultimi 2 portano all'esordio la Fiesta gr.2.

Il debutto della Ford Escort MK2 da 260 CV

Nella gara monegasca la Ford fa' esordire 2 Escort MK 2 con 260 cavalli, un assetto stradale "Monstre" con parafanghi allargati al limite per Waldegaard e Mikkola. Le prime 2 tappe sono stradominate dalle 2 vetture, che infliggono distacchi pesanti a tutti, il 3° Alen su Fiat 131 è già oltre i 4.00' di ritardo e Darniche con la Lancia Stratos dell'importatore francese Chardonnet è a oltre 6,00 minuti, tutto sembra procedere per il verso giusto.

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La Porsche con la colorazione Martini Racing

 

Ma prima del via dell'ultima tappa i gendarmi francesi ci mettono lo zampino, ai commissari viene presentata una multa per un sorpasso con linea continua in un trasferimento da parte di Mikkola e come da regolamento gli infliggeranno 5 minuti di penalità, scaraventandolo così nelle retrovie e tagliandolo di fatto fuori dalla lotta per la vittoria. Si parte così per l'ultima notte, la famosa notte del Turini, 5 speciali da ripetere 2 volte per un totale di 10 prove speciali, per 150 km, da notare che a differenza delle prime 2 tappe con neve e ghiaccio, le prove si presentano asciutte per la maggior parte del percorso e qui le gomme incidono molto sulle prestazioni, le Michelin in queste condizioni son superiori alle Dunlop, che fino al quel momento erano state più performanti.

Darniche è inarrestabile e prova dopo prova erode il vantaggio di Waldegaard, il quale sembra nonostante tutto che riesca a controllare il ritorno del pilota francese. Si arriva così alla penultima prova speciale, lo svedese ha ancora un rassicurante 1.30' di vantaggio, inizia la prova sapendo che può' concedere tranquillamente i soliti 30" al pilota francese, ma in una curva sinistra trova la prima pietra e riesce a schivarla, ma nulla può nella successiva curva, le pietre sono molte di più e la sua Ford ci sale sopra danneggiando  tutta la parte anteriore sospensioni incluse, Thorzelius è costretto a scendere per liberare la strada perdendo molto tempo, alla fine della prova i secondi rimasti di differenza sono solo 15".

Il rally si giocherà tutto nell'ultima speciale, Waldegaard ce la mette tutta e spinge a fondo, ma alla fine per solo 6" il Montecarlo incoronerà il pilota francese. Una beffa atroce, per il Team che aveva 2 vetture nei primi 2 posti e per il biondo svedese, vedersi sfuggire una vittoria certa in questo modo… Il resto della stagione ripagherà la Casa di Boreham con il titolo mondiale marche e anche Waldegaard con la conquista del mondiale piloti appena istituito, da notare che la Ford quest'anno ha escluso la sua partecipazione alle gare Africane concedendo ai suoi piloti di poter correre con la Mercedes, che stà pensando ad un ritorno nel mondiale, concentrandosi al momento sulle gare africane, Mikkola e Waldegaard corrono entrambi con la Casa tedesca in Kenya e in Costa D'Avorio, sono tutti e due in lotta per il titolo mondiale piloti fino all'ultima gara, al RAC - penultima gara - vince Mikkola e si porta a soli 6 punti da Bjorn, resta il solo Bandama in Costa D'Avorio per decidere chi dei due sarà campione del mondo.

Nel 1980 si alterna al volante della Fiat 131 e della Mercedes, prima di approdare in Toyota, squadra con cui concluderà la sua carriera 10 anni più' tardi, vincendo il suo ultimo Safari nel 1990 diventando di fatto "The King of Africa"


La Ford come detto non è interessata ed allora tutti e due saranno al via con le Mercedes 450 SL, vince il pilota finlandese ma Waldegaard lo marca stretto per tutta la gara e sarà secondo, vincendo così il titolo piloti per 1 solo punto. A fine gara Mikkola dichiarerà: "Quando ho perso il titolo? A Montecarlo, per un flic, con quell'assurda penalità, ecco quando e dove ho perso il titolo. Con Bjorn è stata una bella lotta per tutto l'anno, sia con la Ford che con la Mercedes, è uno dei pochi piloti di cui mi fido e di cui ho il massimo rispetto".

Nel 1980 si alterna al volante della Fiat 131 e della Mercedes, prima di approdare in Toyota, squadra con cui concluderà la sua carriera 10 anni più' tardi, vincendo il suo ultimo Safari nel 1990 diventando di fatto "The King of Africa" con le sue 7 vittorie, distribuite tra il Safari 4 e 3 al Bandama. Potremo continuare per ore ed ore a descrivere aneddoti e piccole grandi storie su questo vero signore dei rally. Un'ultima chicca, nel 1985 in Nuova Zelanda il fido navigatore Thorzelius dovette rientrare urgentemente in Europa per motivi familiari, serviva un codriver al volo, per non dover cancellare la partecipazione del pilota alla gara, la scelta cadde sul giornalista belga Michel Lizin … un po' di sana invidia c'è sempre stata.

Testo: Manrico Martella

Foto: COKCPIT & PURE WRC di Manrico Martella

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