Bilancio e Dietro le quinte del primo grande evento automotive nazionale, In presenza: ADD Verona

Bilancio e Dietro le quinte del primo grande evento automotive nazionale, In presenza: ADD Verona
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Tommaso Bortolomiol, Chief Executive Officer di Quintegia, parla di come sia stato gestire il primo grande evento fieristico in presenza per il settore auto nazionale, dopo lo scoppio di pandemia
20 ottobre 2021

Automotive Dealer Day 2021 è l'evento che ha segnato il riavvio in presenza per le grandi attività fieristiche del nostro settore, almeno a livello nazionale e per i professionisti dell’auto. Verona non è come Ginevra, per fortuna si potrebbe dire da addetti ai lavori italiani. Se il secondo salone è letteralmente saltato nella propria vecchia forma, come evento pubblico ma anche come gradimento per molti che ci lavoravano, in Veneto si andati avanti, evoluti e ripartiti con soddisfazione.

Un vero senso di “ripresa dei giri” non solo a parole e online. Dopo qualche settimana, valutiamo l'esperienza di questa nuova “edizione 0” nella normalità di pandemia che in realtà era la diciannovesima per ADD, tirandone le somme con Tommaso Bortolomiol, AD di Quintegia.

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Nuove regole e contromisure

A Verona abbiamo vissuto un evento come non si vedeva da molto, per il settore auto, con modalità vicine alla vecchia normalità. Quanto tempo avete avuto, dalle conferme istituzionali di poter fare ADD come è poi stato, per organizzarlo? “Tra luglio e agosto sono arrivati i permessi con le regole finali da rispettare. I tempi erano stretti per molti, tra policy aziendali, con le autorizzazioni alle trasferte e i budget. I primi mesi estivi non andavano bene per tutti, rispetto al via degli eventi pubblici. I tempi fino a settembre ci hanno poi aiutato, per seguire tutte le linee guida, per fare tutto al meglio con i partner. Ci ha supportato anche la Fiera di Verona, ha recepito il tutto dando indicazioni utili”.

Com’è stato predisporre le attività con i nuovi limiti fissati all’ultimo e quali gli sforzi, per farlo funzionare a dovere di questi tempi, un evento con migliaia di presenze su più giorni? “Alla luce di quanto dettato dalle regole, abbiamo ripensato sia il layout di area business sia dell’evento intero. Quindi ampliamento per ogni zona di passaggio e anche della superficie per networking: meno strutture, più aria. Abbiamo cercato di diluire al meglio le persone su tre piani, con flussi più intelligenti.

Tutto progettato dall’estate 2021, ma il nostro programma è in affinamento già da prima. Sapevamo della capienza limitata a 50% e il coordinamento tematico è tipico di ADD, non come in altri eventi. Noi programmiamo già quali argomenti trattare, in quali sale e con quale disposizione per ogni tema. Si è trattato di fare un nuovo programma configurato sapendo di contare solo il 50% di presenti, seduti e molti in via streaming”.

Nuovo layout e modalità ibrida

Per voi in un certo senso, sia onore sia oneri: qualche dettaglio organizzativo di rilievo dovuto con la pandemia? “Non così grande, l’onere. Abbiamo rispettato i paletti e alla fine non è risultato troppo penalizzante. Certo, un peso economico c’è stato, perché il layout business ha dovuto coinvolgere molte meno persone e aziende. Abbiamo dovuto lasciar fuori qualcuno. Circa un 30% di aziende che avrebbe voluto esserci, ha dovuto rimanere a casa. All’ultimo poi abbiamo saputo che serviva tutto il materiale di backup dei partecipanti, il controllo dei Green-pass con tracciatura. Questo ha complicato le cose in fase avanzata di organizzazione, ci ha imposto di investire di più anche nel personale. Di nostro prevedevamo comunque il punto tamponi, per eccedere in zelo e proporre un ambiente sano, ma le sale workshop misurate sono arrivate in corsa. Ci siamo adattati in tutto. Partendo dall’accreditamento online (con stampa elettronica o remota del badge, senza affollamenti) subito implementato”.

Possiamo dare oltre ai numeri e le stime, anche delle impressioni reali percepite, ora che ci sono in grande quantità dalla Fiera e dai partecipanti? “Come partecipazione, è stata oltre le aspettative. Si è vista la voglia degli operatori nel volerci essere. Il Dealer Day 2021 ha visto una grande reazione, con volontà della comunità di vedere tutto dal vivo, di incontrarsi e fare networking. Il Green-pass non ha precluso, anzi, regole e strumenti sono serviti mentalmente ad accedere. Le aziende, hanno avuto meno remore.

Contiamo 4.017 partecipanti e una discreta richiesta anche di tampone in loco, per accedere con sicurezza. Enorme poi la soddisfazione per l’evento ibrido. Ovvero le aziende sponsor che avevano sia workshop in loco, sia uno spazio in piattaforma online, per dare contenuto in streaming a chi è rimasto a casa. Da remoto meno contenuti, solo mirati, ma comunque un senso di partecipazione. Si contano 560 persone connesse, che sommate a quelle in sede, non ci tengono poi lontani dai numeri del passato (5.000)”.

Visibilità e internazionalità

Avete dimostrato che organizzare un evento fieristico di questa portata anche di questi tempi è possibile, con soddisfazione ma, rispetto al passato il bilancio economico cambia. “Ovviamente la performance dell’evento ha risentito della situazione, con quel 30% aziende non potute ospitare a fronte invece di maggiore staff, operativo e da gestire. Diciamo che la fortunata dimensione ‘di salotto’ dell’ADD agevola il concetto di poterci stare, qui da noi si legge l’ecosistema per come sta vivendo e mutando, molti ci vogliono essere comunque permettendoci di realizzare un buon lavoro”.

Tornando indietro cosa si è scoperto, magari di utile, dall’edizione 2020 proposta comunque però solamente online? “L’esperienza del 2020 ci ha insegnato molto, per la piattaforma che non avemmo mai usato in questo modo. Oggi agevoliamo la dimensione ibrida proprio con quella. Permette anche più visibilità delle aziende e funziona per le persone più lontane da Verona, come in certe regioni d’Italia. Diciamo che il sistema evoluto ora gioca a favore sia delle persone che investono nell’ADD sia di chi fruisce dei contenuti”.

La pandemia ci ha tolto parte, quanta, dell’internazionalità tipica di ADD? Abbiamo avuto con noi il CEO della NADA Rhett Ricart e John Possumato, CEO DriveItAway: due personaggi dall’America, che non è poco. Abbiamo ancora il sincronismo internazionale ma è stato complesso da gestire, per le difficoltà di mobilità in pandemia. La tradizione è avere circa 200 ospiti esteri, quest’anno sono stati meno anche perché non sapevamo nei rispettivi Paesi quali restrizioni avrebbero avuto, per essere da noi. In prospettiva futura vogliamo rafforzare l’internazionalità, perché porta valore aggiunto agli operatori italiani. C’e interesse non solo in termini di brand, ma anche per acquisizioni e gruppi di concessionari, per i quali ADD deve essere sempre bacino florido di networking”.

Ospiti e Temi

Parlando di temi invece, quali i più rilevanti di questa edizione e interessanti in prospettiva? “C’era davvero tanto da trattate quest’anno in ADD. Abbiamo dato via a filoni importanti, come quello dell’agenzia, che ora è sui tavoli di tutti per decifrare cosa succederà. Abbiamo fatto un lavoro certosino tirando fuori tutto quello che ad oggi ci è dato sapere. La normativa è ancora in bozza e noi abbiamo veicolato il meglio con Andrew Tongue, il massimo esperto della nuova normativa a livello Europa. Poi abbiamo aperto un filone utile anche per le prossime edizioni, ovvero il tema della mobilità elettrica, con Motus-E. Partnership che vorremo proseguire, perché crediamo molto nella ricerca sulla mobilità elettrica. Anche l’e-commerce, come rivoluzione del processo di vendita e poi ultimo grande tema: iper-automazione dei processi. Un fenomeno che viene definito come la rivoluzione di internet e dei PC nei passati decenni. Un bagaglio di innovazione che cambierà il modo di lavorare delle aziende e caratterizzerà il mercato dei prossimi anni.

Tra gli ospiti 2021 alcuni sono stati molto ben applauditi e apprezzati, possiamo citare chi più ha impressionato? “Roger Abravanel ha dato la visione macroeconomica del Paese e delle problematiche al di là dell’automotive, valida nel tessuto italiano. La testimonianza di Stefano Accorsi, come approccio allo story-telling, al cambiamento e a sperimentare ruoli come ha fatto lui. Il messaggio è che anche noi nell’automotive dobbiamo evolvere il mestiere e seguire un mercato che di fatto ha esigenze differenti. Un lavoro che richiede nuove professionalità. Luca de Biase ha fatto un intervento importante per far capire come la tecnologia e le nuove generazioni siano elemento imprescindibile, per approcciare il mercato. Si occupa di altro ma ha spiegato come anche in altri settori la tecnologia torna in continuazione e cambia il modo di stare nel mercato.

Insomma, vogliamo portate contaminazione nel settore automotive. Poi il tema dei parametri ambientali, sociali e aziendali, elementi trattati da questa edizione che saranno parte delle prossime e dei nostri servizi. Quintegia Academy infatti già lavora su quel fronte, per formazione e certificazioni digitali. Prossimamente con nuovi percorsi formativi nell’ambito dell’elettrico e di chi segue ESG, ovvero essere sostenibili e attenti alla comunità. Sono tutti fronti che sviluppiamo per gli utenti e affrontiamo anche a 4 mani con i brand”.

2022

Qualche considerazione o consiglio pensando ad altre fiere similari, o una richiesta, verso gli enti e la politica per potersi migliorare? “Prima di tutto l’augurio, che torneremo ad avere eventi sereni, con dialoghi senza pensiero di rischio virus e poi tutte le occasioni di compagnia, da passere insieme anche oltre i momenti lavoro.

Il consiglio che possiamo dare, è avere punti fermi subito, chiarezza nelle regole del gioco per adattare gli eventi al contesto. Avendo ambiente sano e sicuro, per chi presenzia. Se ci saranno investimenti in tecnologia e controlli per la sicurezza da implementare, sarebbe utile avere dei supporti, per aiutare l’azione di aziende e poli fieristici con un sostegno, per investire su quella sicurezza”.

Ora si guarda già al 2022, che è dietro l’angolo per un’organizzazione come la vostra da predisporre al meglio. “La prossima è la 20-esima edizione di ADD. Non trascurabile, un ventennio. Oltretutto è sfidante, avendo passato sia una crisi finanziaria importante per il settore sia una pandemia. Abbiamo visto cambiare molte regole del gioco, che hanno messo paletti importati nella gestione del business. Transizione digitale e tecnologia dell’auto, le tematiche ESG. Tutti punti che alimentano dopo venti anni di storia la costante necessità di aggiornamento nel nostro settore. A maggior ragione, è sempre attuale un evento divulgativo come ADD, un evento che sia timone del dove stanno andando le cose”.

Ci prepariamo anche a una festa di ricorrenza 2022, pandemia permettendo, o solo lavoro per ora? “Celebreremo di sicuro, attirando nuovi interlocutori: come voci e come area business, sempre utili all’automotive. Non ci sono pause, tra il post-evento e la preparazione dell’anno seguente. Il coordinamento dei temi è un continuo, già a dicembre e poi subito da gennaio, con a ruota la parte commerciale che si collega. Siamo già in linea che le aziende che vogliono esserci, definendo i budget”.

La ventesima edizione di ADD è già in programmata per la prossima primavera, ovviamente a Verona, dal 17 al 19 maggio.

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