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Sarà anche vero che il successo di una manifestazione si misura in gran parte con la risposta del pubblico, data dal numero di partecipanti che raggiungono l’evento. Quando, però, si parla di auto, gli stessi modelli che partecipano alla kermesse, sono un indicatore altrettanto importante, se non fondamentale. Mettete insieme questi due fattori e vi renderete conto di come in tre sole edizioni la Best of Italy Race, abbia raggiunto un livello invidiabile da molte altre manifestazioni di livello internazionale.
BOIR 2018 è stata ancora una volta il trionfo del made in italy e la celebrazione di una passione che ha richiamato migliaia di appassionati da tutto il paese, con team e piloti giunti da ogni parte del mondo, persino dalla Nuova Zelanda, per prendere parte alla corsa, che, a dire il vero, una corsa non è.
Il format infatti è molto semplice: il ritrovo e il paddock sono alla base di Castell’Arquato, fiabesco borgo medioevale a pochi chilometri da Piacenza, che ben si sposa con lo spirito goliardico di questa manifestazione. Da qui la strada si snoda per 26 km fino al piccolo paese di Morfasso, tra lunghi rettilinei, intervallati da chicane artificiali per garantire un alto livello di sicurezza e tratti più tortuosi che danno modo ai partecipanti di sfogare i loro bolidi.
Il format si ripete sia il sabato che la domenica, dando modo agli appassionati di poter ammirare gli oltre 150 bolidi durante la mattina nel parco chiuso, con i partecipanti che mano a mano si schierano prima di prendere il via. Come lo scorso anno anche in questa edizione il livello era altissimo. Non solo c’erano tutte le vetture più recenti del made in italy, assieme ad altri capolavori meno recenti, come la serie Speciale della 458, le varie Murcielago SV, Enzo, F40 e molte altre, ma anche vetture da corsa, prima tra tutte la Aston Martin Vulcan AMR PRO (sì, non è italiana, ma non possiamo non perdonarla) e auto uniche nel loro genere come la Pagani Huayra e la Mazzanti Evantra Millecavalli.
Noi, come la scorsa edizione, abbiamo avuto modo di partecipare a bordo di una vettura d’eccezione. Una Dino Ferrari del 1972, che proprio in questo 2018 festeggiava i suoi 50 anni. Si trattava della versione GTS, quella spider per intendersi, portata alla Best of Italy, da un nostro lettore e amico. L’auto è stata protagonista di un profondo lavoro di restauro, che l’ha vista passare dal giallo di fabbrica a un blu notte, capace di far risaltare ancora di più tutta l’eleganza delle linee disegnate da Brovarone per Pinifarina. È davvero incredibile come la Dino riesca a rubare l’attenzione di tutti anche se parcheggiata tra due Aventador SV. Nata in ricordo del figlio scomparso di Enzo Ferrari, Alfredo, l’auto è dotata di un V6 trasversale, condiviso con la versione Fiat e dalla leggendaria Lancia Stratos. Un 2.4 L che all’epoca erogava circa 195 CV, riportato a tutto il suo splendore grazie a un restauro maniacale.
A questo punto penserete che trattandosi di una vecchietta, ci siamo concessi una semplice passeggiata sulla salita di Morfasso. Vi invitiamo quindi a gustarvi il video per vedere quanto fiato abbia ancora questa ‘vecchietta’, per vedere tutti i bolidi presenti e le personalità di spicco che abbiamo intervistato.