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«Il blocco alla mobilità ed alla produzione, imposto dal lockdown emergenziale, che ha pressoché azzerato i consumi di carburante e che è destinato a protrarsi ancora per settimane, rende sempre più drammatica la situazione economica dei gestori delle aree di servizio autostradali per l'esaurimento della liquidità e dei canali di credito, e si rischia, ogni giorno che passa, la chiusura progressiva degli impianti ed il fallimento di centinaia di piccole imprese di gestione». Questo è l'allarme lanciato dalle sigle sindacali Faib, Fegica e Anisa nel denunciare «l'atteggiamento irresponsabilmente dilatorio dei Concessionari delle tratte», i quali, si legge in una nota, «perseguono una condotta dilatoria e bizantina per non mettere a disposizione risorse di alcun tipo».
Faib, Fegica e Anisa sottolineano però che «una parte significativa dell'industria petrolifera presente sulla rete autostradale (ENI, Kuwait Italiana e Tamoil, aderenti all'Unione Petrolifera ed IP, ha deciso di rompere gli indugi e, rispetto al rischio di chiusura immediata degli impianti, di intervenire con misure reali e tempestive di sostegno economico, che, se ancora non sono certo risolutive della profonda crisi delle gestioni autostradali, costituiscono il primo mattone del pacchetto delle misure necessarie a sostenerle nella fase emergenziale, e rappresentano anche un evidente segnale di discontinuità rispetto all'inerzia strumentale sia dei Concessionari sia di altre aziende presenti nella rete distributiva autostradale, che non hanno più alibi per non intervenire».