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Dopo la boccata d’ossigeno di luglio offerta agli automobilisti ed ai motociclisti italiani dalle promozioni delle diverse compagnie petrolifere, con la benzina e il gasolio che almeno durante i weekend tornavano a prezzi per lo meno accettabili, i listini tornano a salire, raggiungendo cifre preoccupanti.
Il costo della benzina ormai è talmente alto che gli sconti del weekend sono in parte vanificati dai continui rincari che si registrano durante la settimana. Complice anche il Governo che ha recentemente stabilito una nuova accisa sui carburanti, facendo impennare di nuovo i listini.
Oggi tra l'altro si è raggiunto un nuovo record negativo, che sicuramente non farà piacere a chi deve mettersi in viaggio, magari per rientrare dalla vacanze estive. In alcune regioni del Paese, in particolare al centro Italia ed in Toscana, il prezzo della benzina è schizzato oltre i 2 euro al litro, un massimo storico per la rete ordinaria, ovvero quella che si trova fuori dalla autostrade.
Il dato registrato oggi emerge da Quotidiano Energia, che ha rilevato punte massime pari al 2,008 al litro. Scontato da tempo il record del caro carburanti in autostrada, la vera novità è il raggiungimento del massimo sul "servito" della rete ordinaria, con punte ben superiori ai 2 euro/litro che mandano in soffitta i primati della scorsa primavera.
A mettere mano ai prezzi raccomandati sono state oggi Eni (+1,6 Cent /litro e +1,0 sul diesel), Tamoil (+1 Cent /litro solo sulla verde) e Api IP con un ritocco di 0,5 Cent anche in questo caso solo sulla benzina.
Le punte massime per il diesel invece arrivano fino a 1,843 euro/litro al Sud Italia. Più nel dettaglio, secondo quanto risulta in un campione di stazioni di servizio che rappresenta la situazione nazionale , i prezzi medi serviti sono oggi a 1,920 per la benzina, 1,803 per il diesel e 0,784 per il Gpl.
A livello Paese il prezzo medio praticato della benzina (sempre in modalità servito) va da 1,906 di Tamoil a 1,920 di Eni e Totalerg (no logo a 1,819). Per il diesel si passa da 1,797 di Esso a 1803 di Eni, IP e Shell (no logo a 1695).
Fonte: Ansa