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Quello dei carburanti rimane un tema caldo, anzi rovente, nel nostro Paese. Dopo la durissima ondata di protesta andata in scena nei giorni scorsi da parte dei gestori dei distributori, l'Antitrust ha tenuto ad esprimersi, prendendo posizione sulla vicenda.
Consumi carburanti: - 45% in autostrada. Perché i prezzi salgono?
Per prima cosa, l'Autorità Garante della Concorrenza e del mercato riconosce la situazione di grave crisi nella quale versa il settore delle aree di servizio autostradali, che più dei distributori su rete ordinaria hanno visto un crollo dei consumi. Secondo dati di Anisa/Confcommercio, infatti, a fronte di una riduzione dei consumi del 16% su rete ordinaria tra il 2008 e il 2013, sulle autostrade il crollo è stato del 45%.
Anche secondo gli ultimi dati forniti dall'Unione petrolifera la situazione è al limite del collasso, con una flessione del 46% dal 2007 e un erogato medio dimezzato, con un punto vendita ogni 28 km circa. Tra il crollo dei consumi e il valore estremamente elevato delle royalties pagate alle concessionarie autostradali con l'ultima tornata di gare, che si è svolta prima del 2008 e quindi parametrata a volumi di traffico superiori di oltre il 40% quelli attuali, le stazioni di servizio hanno dunque imboccato la strada degli aumenti di prezzo del carburante, "con l'effetto perverso di scoraggiare ulteriormente i consumi".
Ma i distributori sono troppi, serve una ristrutturazione
Insomma, anche secondo l'Antitrust, "dato questo contesto, procedere ad una ristrutturazione delle rete di distribuzione autostradale che diminuisca il numero dei punti vendita appare una soluzione volta a rendere economicamente sostenibile la gestione delle stazioni di servizio autostradali, consentire lo svolgimento di gare efficienti e partecipate da un numero congruo di operatori industriali e garantire, in ultima analisi, prezzi inferiori agli attuali e servizi di qualità al consumatore finale che acquista carburante in autostrada".
Per consentire la ristrutturazione, allora, per l'Autorità si possono rinviare le gare, anche perché attivarle in questo contesto di crisi potrebbe portare a minore partecipazione, con una qualità delle offerte inferiore. Invece la ristrutturazione delle rete autostradale "consentirà l'affidamento tramite gara di un minor numero di impianti, ognuno gravato da minori costi fissi, con erogati medi più alti e dunque con migliori prospettive di redditività rispetto agli attuali; ciò comporterà la probabile offerta di progetti qualitativamente migliori".
Inoltre "la riduzione strutturale delle royalties richieste dai concessionari potrebbe avere anche un impatto di lungo periodo sui prezzi praticati in autostrada". I due ministeri, però, dovranno tenere d'occhio tutte le amministrazioni coinvolte nel processo di rilascio della concessione petrolifera in autostrada, Regioni in primo luogo, per "evitare situazioni di opposizione locale alla chiusura degli impianti marginali che potrebbero estendere oltre il lecito il periodo di proroga e rendere non più accettabile, in una prospettiva concorrenziale, la restrizione alla concorrenza per il mercato". Infine, sempre nell'ottica di evitare allungamenti del periodo di proroga, appare necessario che l'Atto di indirizzo contenga sin da subito al suo interno un cronoprogramma vincolante che consenta la conclusione del processo di ristrutturazione entro i diciotto mesi previsti per la proroga delle concessioni oil esistenti.
I prezzi continuano a lievitare
Intanto, dopo lo sciopero, la situazione dal punto di vista dei prezzi non sembra miglilorare, anzi. Nel fine settimana è proseguito l'adeguamento al rialzo del costo dei carburanti alla pompa. Secondo quanto riporta una nota di Staffetta Quotidiana, tra sabato e oggi hanno messo mano ai listini tutte le compagnie tranne Eni e TotalErg. Sulla benzina i rialzi sono compresi tra 0,5 e 1,5 centesimi. Sul diesel aumenti di un centesimo. Ancora su le medie ponderate nazionali dei prezzi tra le diverse compagnie in modalità servito, con la benzina a 1,860 euro/litro (+0,5 centesimi) e il diesel a 1,747 euro/litro (+0,2 centesimi). Invariati il Gpl Eni a 0,771 euro/litro e il metano a 0,992 euro/kg.
Fonte: Ansa