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Dopo l'ondata di nuove accise piovuta sulle tasche degli Italiani per volere degli ultimi governi, pensavamo che il peggio fosse passato. E invece ci risiamo.
1 miliardo di euro in meno dai carburanti per le troppe tasse. Ma gli aumenti non si fermano
Nemmeno il miliardo di euro in meno incassato dai carburanti, dovuto proprio all'eccessivo carico fiscale, è servito a far capire che è inutile continuare ad aumentare le tasse se si vogliono cercare nuove entrate per le esangui casse pubbliche.
Dal prossimo sabato infatti, 1 marzo 2014, scatterà un nuovo aumento dell'accisa sulla benzina, che passa da 728,40 euro per mille litri a 730,80, con un aggravio di 0,24 centesimi al litro, e di quella sul gasolio, da 617,40 a 619,80 per mille litri (+0,24).
+ 0,34 centesimi al litro
Considerando anche l'Iva applicata ai prezzi attuali l'aumento è di 0,34 centesimi. L'aumento era stato previsto ad agosto dello scorso anno dal governo Letta come copertura finanziaria per diverse voci del decreto Fare, tra cui la nuova legge Sabatini. L'aumento dovrebbe restare, almeno sulla carta, in vigore fino al 31 dicembre.
La cautela è d'obbligo visto che in passato abbiamo assistito troppo spesso all'arrivo di nuove accise temporanee, che poi però non sono mai più state tolte dal prezzo dei carburanti, continuando a gravare sui portafogli dei cittadini.
Un'accisa che vale 75 milioni di euro
Questo aumento delle accise, pari a 2,40 euro ogni 1.000 litri consumati, garantirà, secondo le stime, 75 milioni di euro di gettito che, secondo il governo, dovrebbe servire a finanziare alcuni interventi per il rilancio dell'economia.
Fonte: Ansa