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Recentemente è emerso un forte dibattito sulle tariffe di ricarica per veicoli elettrici in Italia, specie dopo che Be Charge ha applicato una tariffa in roaming di 1,06 euro per kWh, superando così la soglia psicologica di 1 euro. Questo incremento ha scatenato una serie di polemiche e ha richiamato l'attenzione sulla complessità del sistema di tariffazione delle ricariche EV e sulla competizione tra i principali operatori, in particolare Be Charge e Fastway, l'operatore che gestiva quel particolare punto di ricarica.
Altri operatori, come Ionity, stanno tentando di adottare strategie di prezzo più favorevoli, ma sono ostacolati dalla limitata capillarità delle loro reti e da condizioni contrattuali complesse che poco si addicono alle esigenze quotidiane degli automobilisti.
La situazione attuale dei punti di ricarica pubblica in Italia è caotica, con contratti e limitazioni che complicano enormemente la vita degli utenti di veicoli elettrici. Questo panorama, combinato con la rapida escalation dei costi di ricarica, rappresenta un ostacolo significativo all'adozione di veicoli elettrici e mette in dubbio l'efficacia degli incentivi governativi volti a promuovere la mobilità sostenibile.