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Teruel, 24 Luglio. Baja Spagna, o Baja Aragon, è entrare nel Mito del Fuoristrada spagnolo, e nel mito vive quest’anno il doppio, in parte inatteso exploit, che riconduce ai nomi di Nasser Al Attiyah, vincitore con la Toyota Hilux del Team Overdrive, e di Joan Barreda, il fuoriclasse spagnolo che con la Honda del Team HRC ha “spaventato” e sopraffatto la concorrenza della Gara delle Moto. Entrambe le categorie della Gara sono andate a nozze con un livello di confronto impressionante, che porta la Baja più importante d’Europa sui livelli delle sue edizioni migliori, se non per il numero dei partenti certamente per il livello di qualità degli stessi.
Non era facile produrre un pronostico “sensato”, le variabili e le “motivazioni” erano molte, ma sicuramente ci si attendevano dei leit motiv incrociati che sono stati pienamente rispettati, offrendo agli appassionati uno spettacolo di caratura superiore e una battaglia su livelli impressionanti di agonismo.
«Se è vero che il flemmatico Principe del Qatar vede come il fumo negli occhi l’avversario francese, è altrettanto vero, a quanto pare, che viceversa a Velizy non vogliano neanche sentire quel nome»
La Baja Aragon delle Auto era certamente la gara più attesa, perché portava sulla scena dell’assolato “deserto” spagnolo un miscuglio di rivalità e di cambiamenti tecnici che aspettavano soltanto la riprova della pista, e che di conseguenza portavano più in alto l’attesa. Peugeot, per esempio, schierava la quarta 2008 DKR e, mentre le altre tre erano impegnate ad ottenere con Cyril Despres e David Castera la vittoria nella sesta edizione del Silk Way Rally tra Mosca e Pechino, incaricava l’Equipaggio Carlos Sainz – Lucas Cruz, della missione Baja. Mandare a a casa del Fuoriclasse spagnolo la 2008 DKR, voleva dire istigare il due volte Mondiale WRC a fare di tuto per vincere, più ancora che “ben figurare” che, per il caratteriale e istintivo Campione iberico è sempre stato nulla o quasi. D’altra parte, Sainz iscritto voleva dire, per Nasser Al Attiyah, raccogliere un guanto di sfida senza aperture condizionali. Se è vero che il flemmatico Principe del Qatar vede come il fumo negli occhi l’avversario francese, è altrettanto vero, a quanto pare, che viceversa a Velizy non vogliano neanche sentire quel nome. Morale, un duello dei Mondi. Con un carico così pesante, era logico che Mini si portasse al margine dell’Arena con i suoi “Pezzi” migliori puntando sul talento di Mikko Hirvonen, e ad esacerbare la situazione c’era il debutto con la Toyota di Joan “Nani” Roma, il vincitore, oltre che di due Dakar, anche delle ultime tre edizioni, più le due in precedenza, della “mitica” Baja. Fuoco e fiamme, insomma.
«Nell’ultima Speciale della Gara, la seconda Alfambra, Al Attiyah e Baumel spingevano la Toyota all’exploit di un finale di gara consapevole ma allo stesso tempo sorprendente»
L’avvisaglia della vittoria di Al Attiyah nel prologo, davanti a Pons, Roma e Sainz, era passata quasi inosservata, e in ogni caso sommersa e nascosta dall’esito della prima Tappa, Sabato, al termine della quale Sainz e la Peugeot avevano vinto sia la Celadas, 160 Km, che la Alfambra, 180 Km, alternativamente davanti ad Al Attiyah e Hirvonen. Sainz e Cruz finivano in testa, e il pur misero vantaggio di un minuto ripagava gli spettatori, già delusi dal ritiro di Nani Roma per una foratura nella prima Speciale, e nella foga di recuperare nella seconda, per una rottura. Hirvonen faceva complessivamente meglio di Al Attiyah, ma quello che conta è che Sainz sgombrava il campo dai dubbi della vigilia, confermando che la Peugeot 2008 DKR era buona per la Dakar, vinta con Peterhansel, per il Silk Way Rally, appena vinto con Despres e Castera, e per le piste della Baja, cui si candidava alla vittoria dopo averne archiviati in testa i due terzi. Ma la domenica non confermava il presupposto. Nell’ultima Speciale della Gara, la seconda Alfambra, Al Attiyah e Baumel spingevano la Toyota all’exploit di un finale di gara consapevole ma allo stesso tempo sorprendente, a giudicare anche dall’improvviso entusiasmo della Squadra, e chiudevano con la vittoria, appena 19 secondi di margine su Sainz, portando a quattro il numero dei successi consecutivi ottenuti da quando l’Equipaggio è salito sulla Hilux del Team Overdrive. Più indietro Hirvonen con la Mini, oltre tre minuti di ritardo, e ottimo quarto Pons con la Ford, a dieci minuti. Beh, adesso è proprio arrivato il momento, per Nasser Al Attiyah, di sospendere l’attività di Pilota e di imbarcarsi per Rio de Janeiro dove lo aspetta la sua quinta Olimpiade e dove deve difendere il bronzo di Londra nel Tiro. E Mathieu Baumel, il fortissimo navigatore che lo segue da anni nel suo cammino di successo, andrà in vacanza o seguirà in Brasile il suo Pilota? Risposta che ci interessa fino a un certo punto, certo non quanto il fatto che questa vittoria può essere un tassello importante per portare il binomio Al Attiyah-Toyota fino alla prossima Dakar.
La Gara delle Moto contava sulla tradizione, e al vincitore delle ultime due edizioni, ma anche di quelle del 2011, 2009 e 2007, Gerard Farres, opponeva il ritorno di Joan Barreda, vincitore delle edizioni 2012 e 2013. Va da sé, lo avrete capito, che per aggiudicarsi la velocissima e tecnica Baja Spain, ci vogliono talento e attitudini particolari, patrimonio come sempre di pochi. E va da sé, anche, che gli ingredienti per una 33ma edizione pirotecnica c’erano tutti. E i fuochi d’artificio non sono mancati. Ma passata la sorpresa di vedere schierato Barreda con la Honda ufficiale, cosa che era in forse e che è stata decisa in tempi relativamente recenti, e passato lo stupore, relativo anch’esso, di vederlo vincere il prologo del Venerdì, il resto della gara è stato tutto nel crescendo, per fortuna non meno entusiasmante, dello strapotere del Pilota Honda, che ha “demolito” gli avversari e, di fatto, spaccato la Corsa in due. Da una parte lui, da solo, dall’altra tutti gli altri. Farres, che è Pilota intelligente quanto forte, lo ha capito subito, che non era l’anno giusto, e già al termine della giornata di Sabato, conclusa al secondo posto a sei minuti da Barreda, aveva deciso di lasciare il passo e di accontentarsi del secondo posto, non meno onorevole ma al riparo dai rischi che questa Corsa può nascondere.
Così Barreda ha vinto, oltre al Prologo, anche le due Speciali ad anello del Sabato, Alfambra e Celadas di 180 e 160 chilometri rispettivamente, e l’unica ripetizione della Domenica sulla Alfambra. Farres, in gara con la KTM del Team Himoinsa, ha concluso a oltre otto minuti dal vincitore, e a poco più di dieci minuti si è classificato al terzo posto Michael Metge, anch’egli con una Honda e compagno di Squadra di Barreda. Buone, in ogni caso, anche le prestazioni di Oriol Mena e David Adria, Honda, di Joan Pedrero con la Sherco ufficiale, e di Xavier De Soultrait, settimo con la Yamaha. E naturalmente di Amerigo Ventura, Massimiliano Masante, Alex Zanotti, Luca Tavernari, Aldo Lami e dell’irriducibile Nicola Dutto.