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Teruel, Spagna, 27 Luglio 2019. Tra Rally-Raid e Enduro c’è un tipo di gara che esalta il Fuoristrada della velocità sulle medie distanze. A ruota delle Baja della… Baja California, in Europa è la Baja Espana Aragon, diventata un appuntamento irrinunciabile con la Storia della disciplina. Per questo la Gara aragonese, che oggi punta il compasso sulla città di Teruel, esercita un forte richiamo per Appassionati, Piloti e Team. Certo, bisogna crederci, sentire la passione per questo evento straordinario, e anche avere un po’ di “fegato”, altrimenti la scusa del “rischio” è sempre a portata di mano.
36ma edizione, bella e combattuta. Un thriller agonistico di altissimo livello, per un esito non nuovo ma difficile da aspettarsi, e qualche pasticcio.
Per esempio, poteva sembrare difficile da pronosticare la vittoria bis di Michael Metge, ma il francese ufficiale Sherco non ha fatto altro che dimostrare quanto il suo primo successo, ottenuto lo scorso anno non appena indossata la nuova casacca blu e gialla, fosse legittimo e “adatto” anche allo stile di un “Dakariano” tra i più “prudenti. È chiaro che una volta “imparato” come si fa, è meno difficile gestire una seconda volta la corsa con un obiettivo analogamente ambizioso, ma le incognite restano tante. A rendere la vita più difficile al “detentore”, infatti, è arrivata una brutta caduta che ne ha in qualche modo messo in discussione l’efficienza, ma non la determinazione a confermarsi Campione della più famosa Baja europea. Forte del vantaggio acquisito nella prima parte della corsa, Metge ha dapprima regolato Joan Pedrero, grande avversario dell’edizione 2018 e terzo nel finale, e Lorenzo Santolino, quarto assoluto al traguardo di Teruel nonostante una penalità per un eccesso in un settore a velocità controllata, e quindi regolato il ritorno dello scatenato Tosha Schareina, uno “junior” che è la giovane promessa spagnola della specialità e che aveva vinto la prima delle due frazioni della giornata conclusiva.
Benjamin Melot, l’ex meccanico di Cyril Despres che vive ora negli Emirati, ha concluso all’ottavo posto e conserva la leadership di Coppa del Mondo FIM Bajas. Tomas De Gavardo, il cileno figlio dell’indimenticabile Carlo, è 26mo, giusto un posto davanti a Rosa Romero, moglie di Joan Roma e vincitrice della Baja al femminile.
Polvere, un caldo micidiale, e sassi a volontà. Gli sterrati della Baja Aragon sono velocissimi e segnati, ma non per questo facili. Per sei ore e mezza bisogna tenere medie elevatissime, non sbagliare ai (pochi) bivi, ed è difficile regolarsi nella polvere, sia che si debba attaccare sia che ci si trovi a… difendere. Talvolta nasce l’”equivoco”.
È il caso della Gara delle Auto, vinta bene dall’argentino Orlando “Orly” Terranova, che registra il secondo posto, invece un po’ “stretto”, di Joan Roma. Secondo nonostante una furibonda rimonta nella frazione conclusiva di gara, “Nani” lamenta l’”ostruzionismo” dell’olandese Ten Brinke che, nella prima parte della Baja e nonostante un problema di freni, non si è accorto del catalano che lo seguiva da vicino chiedendo strada. Quei tre minuti e mezzo che Roma paga al vincitore al traguardo della Baja Espana sarebbero in buona parte “crediti” sottratti dall’Avversario. Poco male, in fondo fa parte del gioco, così liquida la faccenda il forte e simpatico catalano, e in fondo Nani mancava dalle piste dalla Dakar ultima in Sud America. In fondo in fondo, in un bilancio più generale, Roma questa Gara l’ha già vinta 4 volte in Moto (il record è di Isidre Esteve con 6 successi) e ben 5 in Auto (e il recordman resta lui).
Se personalmente a Roma sarebbe potuta andare a finire in modo più soddisfacente, è fuor di dubbio che il colpo del week end lo ha fatto lo Squadrone Mini piazzando tre Macchine sul podio. Nell’ordine Terranova, Roma e il polacco Przygonski.
Michele Cinotto e Rafael Tornabell, con un Side by Side Polaris RZR 1000 Turbo, terminano la Baja Espana-Aragon al 23mo posto assoluto.