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Carrozzeria Bertone, disegno di Marcello Gandini su base meccanica Alfa Romeo 33 stradale. E’ così che nasce la Carabo, una vettura alta solamente 99 cm con uno stile assolutamente mozzafiato, a cuneo, con le porte a taglio di forbice.
Le stesse che poi verranno riprese dallo stesso Gandini per la Lamborghini Countach. Lo stile delle due auto, in effetti, è molto simile ed anche oggi molte delle linee tipiche delle vetture di Sant’Agata sono frutto di questo concept, che chiaramente porta all’estremo linee e soluzioni creando un insieme unico ed inimitabile per pulizia ed efficacia.
Correva l’anno 1968 ed il “coleottero” veniva spinto da un motore a sua volta straordinario: era un V8 di “appena” due litri di cilindrata (1.995 cc) con 230 CV di potenza massima erogati alla bellezza di 8.800 giri/minuto. Un valore straordinario per l’epoca, perché per toccare i 120 cv/litro con un motore aspirato di serie ci sono voluti altri 20 anni e per superare i 130 altri 20 fino al traguardo dei 153 cv/litro del v12 Cosworth della Valkyrie 6.5 che però non si è ancora visto nella sua veste definitiva… Bertone dichiarava per la Carabo la bellezza di 250 km/h di velocità massima ed una accelerazione da 0 a 100 km/h in 6,5 secondi.
Per toccare con mano questo incredibile oggetto è sufficiente fare una cosa molto semplice: prendersi un sabato libero ed andare in visita al Museo Alfa Romeo di Arese. Tra le centinaia di pezzi unici, che segnano in modo indelebile la storia dell’auto, c’è anche lei: l’unico esemplare, restaurato dai tecnici Alfa e dalla Carrozzeria Bertone, nel 1989.