Aziende tedesche: sostegno europeo esteso

Aziende tedesche: sostegno europeo esteso
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L’industria automotive tedesca si schiera per l’attivazione di misure di aiuto comunitario per sostenere il rilancio produttivo su scala europea
24 aprile 2020

In contemporanea con le discussioni ai massimi livelli istituzionali relative alle misure di “Recovery Fund urgente“, scende in campo il settore automobilistico tedesco: la VDA (Verband der Automobilindustrie, corrispondente alla nostra Anfia) si è infatti chiaramente espressa a favore di misure di solidarietà condivisa tra gli Stati europei riguardo le misure anti-crisi.

"Gli Stati membri che si trovano in difficoltà finanziarie a causa della crisi del coronavirus - si legge nel comunicato diffuso dalla VDA - hanno bisogno del sostegno solidale degli altri Paesi della UE, soprattutto per quelli dell'Europa meridionale e orientale".

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In pratica, la VDA ha ufficializzato una posizione già espressa con altre parole alla cancelliera Angela Merkel dai tre grandi brand tedeschi, che in occasione della riapertura delle attività produttive e commerciali legate alle quattro ruote hanno invocato "condizioni economiche stabili, di importanza cruciale per le aziende del settore".

Oltre al sostegno finanziario, si chiede un coordinamento tra gli stati dell’Unione, legato al superamento delle misure di lockdown, alla ripresa delle attività economiche ed alla riapertura delle frontiere: "In particolare le frontiere devono essere il più permeabili possibile per il trasporto di merci: non esiste altro modo per risolvere gli attuali problemi nelle catene di approvvigionamento".
 

Il ruolo decisivo della componentistica

L’improvvisa conversione “europeista“ delle Case tedesche ha profonde motivazioni industriali: senza le forniture della componentistica italiana, infatti, in Germania di auto non se ne fanno.

C’è tanta Italia, tra componentistica, parti e accessori, dietro ogni vettura “Made in Germany“ e la nostra filiera rifornisce in modo decisivo l’industria tedesca: dalle viti più piccole, dadi e bulloni fino ai motori, passando per i lamierati e le componenti di freni, freni, motori, cambi e ruote, c’è un pezzo di tricolore in quasi tutti i modelli fabbricati nella Repubblica Federale.

Anzi, la Germania è la prima destinataria delle esportazioni da parte dei nostri produttori, con quota del 21% dell'export totale e valore che sfiora i cinque miliardi di euro.

Bastano questi pochi dati per confermare quanto la produzione di auto tedesche dipenda dal canale delle forniture che il Made in Italy riesce ad assicurare, in termini di quantità e qualità dei prodotti.

Per essere chiari: senza brugole (prodotte dall’omonima azienda brianzola, che dal cognome del fondatore ha battezzato un prodotto universale) i prestigiosi motori tedeschi non possono essere  costruiti.

E’ la globalizzazione, bellezza, e da soli ormai non si va da nessuna parte: converrà tenerlo bene a mente, sempre.

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