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In Italia circolano fin troppe leggende metropolitane sul tema autovelox. Proviamo a sfatarle e a fare un po' di chiarezza con Hans Restini, Country Manager Italy di Coyote, Azienda leader nello sviluppo di sistemi in grado di individuare e segnalare agli automobilisti la presenza di autovelox e telecamere lungo il percorso. Chi meglio di lui può indicarci a cosa credere davvero quando si parla di multe, occhi elettronici e velox?
È vero che spesso gli autovelox o i sistemi Tutor sono spenti o non funzionanti?
«Vero. Dobbiamo però fare delle distinzioni:
1) motivi tecnici: non funzionamento perché guasti o in attesa di omologazione (argomento molto discusso – vedi Velo OK – dove da una parte il Ministero dei Trasporti ha espresso esito negativo e i Comuni i quali hanno dichiarato che questi sistemi comunque saranno installati e messi in funzione)
2) motivi operativi: ad esempio molte ZTL vengono spente in certi orari (generando molta confusione agli automobilisti) o i portali Tutor che vengono attivati dalla sede centrale della Polizia Stradale in funzione dei flussi di traffico, attività di prevenzione e pianificazione geografica».
Tanti sostengono che in ambito urbano non possano esservi autovelox fissi. Facciamo chiarezza.
«È un tema complesso: l’attuale CdS del 1992, le successive modificazioni e i regolamenti di esecuzione e regolamentazione, nella loro complessità, non sempre sono recepiti in modo uniforme, in particolare dalle amministrazioni comunali. Ogni tratto stradale viene classificato secondo certi parametri e per tratte urbane locali (E/F) non si potrebbero installare sistemi di rilevazione fissi senza la presenza degli agenti della Polizia Locale. Molte Amministrazioni Comunali, per evitare queste limitazioni, richiedono la riclassificazione del tratto in oggetto o presentano degli studi evidenziando la gravità del fenomeno in quel tratto specifico, sull’inosservanza delle disposizioni in tema di velocità e di sorpassi. I Prefetti sono poi soliti accogliere queste richieste. Ecco perché il fenomeno dei “ricorsi” da parte di automobilisti sta assumendo dimensioni colossali».
Alcuni dicono che per evitare le multe delle telecamere basti passare sulle corsie di emergenza o su quelle riservate ai taxi. Le cose stanno davvero così?
«Vero. Ma 15 anni fa. Le tecnologie che compongono un moderno sistema di rilevazione oggigiorno, non danno scampo. Tutte le corsie sono monitorate e un sistema di rilevazione con puntamento contribuisce a registrare i dati della targa oltre ad immortalare con regolare foto l'automobilista».
Le tecnologie che compongono un moderno sistema di rilevazione oggigiorno, non danno scampo
Tanti motociclisti pensano di farla franca passando sotto al Tutor in corrispondenza delle strisce bianche tratteggiate. È una falsa illusione?
«Sì, grande illusione. Ogni portale è equipaggiato con rilevazione a puntamento oltre che ad attivazione orizzontale per tutta l’estensione della careggiata. Basta passare in un qualsiasi punto che questi sensori a serpentina, annegati nell’asfalto, attivano le telecamere che puntano e rilevano diversi dati: targa automezzo, ora del passaggio e velocità puntuale. Al passaggio del portale successivo, avviane ancora una volta la rilevazione e i dati vengono immediatamente elaborati, con verifica della media di percorrenza. Circa 200.000 verbali per eccesso di velocità in autostrada nel solo 2014. Il portale Tutor può anche incrociare e verificare i dati assicurati di chi passa sotto il portale e “pesare” il Tir e contestare un sovraccarico di merce».
È vero che esistono vernici con cui oscurare temporaneamente i numeri di targa? È una pratica irresponsabile ed illegale. Cosa e quanto si rischia?
«E’ uno dei grandi miti, come anche appendere un CD sullo specchietto dell’auto per riflettere il raggio del telelaser. O come quello che di notte le telecamere non sono in grado di rilevare la targa. O anche modificare con del nastro nero un numero/lettera della targa. Probabilmente chi adotta questi metodi pensa di riuscire a farla franca ed evitare una contravvenzione. Nel malaugurato caso che venga fermato ad un posto di blocco, ecco che scatta la denuncia per un reato penale (qualsiasi manipolazione o meccanismo in grado di rendere illeggibile la targa agli autovelox fa scattare il reato di “Soppressione, distruzione e occultamento di atti veri” . Infatti, il codice della strada attribuisce alla targa di ciascun veicolo una funzione documentale in quanto ne rappresenta i dati di identificazione - immatricolazione)».
Ci sono autostrade senza alcun tipo di controllo, come per esempio la nuovissima BreBeMi. Le cose stanno esattamente così?
«Vero. Purtroppo alla sicurezza non sempre è data priorità ed importanza. Sono i fatti tragici e i costi sociali elevati che poi fanno scattare le contestazioni. Solo a quel punto si mette rimedio. Ma sempre e solamente dopo!»
Tutti i sistemi moderni sono omologati a velocità operative a 300 km/h ed oltre
Quali sono i falsi miti più comuni legati all'autovelox? Alcuni sono davvero bizzarri...
«Oltre a quelli indicati sopra, aggoungerei quello della velocità folle: “se passi davanti ad un auovelox oltre i 200 km/h, non ti fa il flash”. Peccato che tutti i sistemi moderni sono omologati a velocità operative a 300 km/h ed oltre. Uno simpatico: entrare in retromarcia un varco ZTL. Visto fare diverse volte. Peccato: invece del lato B viene fotografato il lato A».
È vero che i sistemi in grado di segnalare la presenza di velox, come per esempio quelli forniti da Coyote, sono illegali? Come stanno le cose in Italia? E all'estero?
«Un sistema per essere classificato “illegale” deve intercettare il raggio del telelaser. Questo in tutta Europa. Coyote è al 100% legale. Non interferisce. Il dispositivo ha un modulo di geo posizionamento che indica dove ci si trova e un database che si aggiorna ogni giorno con la posizione delle postazioni fisse, Tutor e ZTL. All’occorrenza, il dispositivo allerta il conducente che a 500 mt vi è un autovelox fisso e gli ricorda il limite di velocità in quella tratta. Esattamente ciò che la segnaletica verticale, orizzontale e visiva fa. Lo prescrive il CdS. Per i dispositivi mobili ci affidiamo alle segnalazioni degli altri automobilisti che hanno a bordo un Coyote (il dispositivo Coyote monta un modulo telefonico, completo di schema sim. In questo modo ogni segnalazione viene trasmessa alla centrale operativa Coyote e ri-inviata ai dispositivi che transitano in quell’area). Loro segnalano ed a me arriva l’allerta percorrendo quella tratta di strada. Anche qui vale il discorso della segnaletica».
«E questo anche in caso di incidenti, ostacoli sulla carreggiata, un banco di nebbia o una buca gigante nell’asfalto. Una segnalazione può salvare la vita ad un altro automobilista. Maggior sicurezza perché si sempre allertati dei pericoli lungo la strada. Coyote è legale nella maggior parte delle nazioni Europee (solo in Germania ed Austria vi è in corso la valutazione ed eventuale modifica del CdS). Unica nazione dove è illegale: in Svizzera. Sequestro del dispositivo e sanzione di almeno 200 Franchi. Ma questo vale anche per un tradizionale navigatore, vedi Tomtom, che ha il servizio di visualizzazione degli autovelox fissi su mappa».