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Piazza del Popolo o Piazza Rossa, Castello Sforzesco o Cremlino, cambia poco: che si viva all’ombra del Colosseo o sotto le policrome forme della Cattedrale di San Basilio, se usate l’auto sappiate di essere comunque nel mirino.
Qui da noi, e sovente a giusta ragione, ci lamentiamo dell’invadenza degli autovelox, ma i tovarisch governati da Putin non stanno mica meglio: a Mosca, per esempio, gli autovelox all’opera sono quasi 1.500.
Un incubo per chi guida, la panacea secondo le autorità per migliorare la circolazione e renderla più sicura: nella capitale e nella regione di Mosca il tasso di incidenti è il più basso della Federazione.
Dal dato statistico deriva la scelta di aumentare il numero di autovelox su tutte le strade russe: entro la fine dell'anno oltre 2.500 si aggiungeranno ai 7.500 già esistenti.
Ma non tutti la pensano così: Piotr Shkumatov, coordinatore del movimento "Società secchielli blu" e paladino per l'uguaglianza degli automobilisti davanti alla legge, considera la pratica inefficace. Anzi, sostiene, «Il più delle volte gli autovelox vengono usati per tappare i buchi del budget. Basta vedere come vengono piazzati: tratti a 40 chilometri all'ora sorvegliati dagli autovelox lungo strade dritte e in buone condizioni dove si potrebbe viaggiare a 80 orari».
Un déjà-vu, almeno dalle nostre parti (via Cristoforo Colombo, Roma, do you remember?).
In Russia, gli autovelox lo scorso anno hanno prodotto 61 milioni di contravvenzioni, portando alle casse dello Stato 31 miliardi di rubli, equivalenti a 455 milioni di euro.
Ma non tutti i mali vengono per nuocere: Viktor Pohmelkin, presidente del Movimento degli automobilisti russi, agli autovelox riconosce almeno un vantaggio: «Sono una soluzione migliore rispetto alle squadre mobili della polizia, se non altro perché non chiedono bustarelle».
Magra consolazione, non c’è che dire…