Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
"Ben vengano gli autovelox dove servono davvero, ma ci sono diversi apparecchi inutili messi solo per fare cassa. Vanno eliminati": così al Gazzettino l'ACI commenta l'argomento dei rilevatori di velocità, di strettissima attualità per via dei molteplici atti vandalici messi in atto contro i dispositivi. Una serie di episodi, questi, che hanno fatto nascere la figura di Fleximan, il misterioso attentatore idolatrato sui social, anche se è decisamente improbabile che si tratti della azioni di un singolo.
Il concetto di "fare cassa", peraltro, non è nuovo. Addirittura già nell'agosto del 2015, il presidente di ACI, Angelo Sticchi Damiani, era intervenuto a Unomattina Estate su Rai Uno per parlare dell'argomento autovelox. Parlando dei dispositivi non visibili Sticchi Damiani diceva "si ottengono due svantaggi: il primo che non c'è il rallentamento e quindi non c'è il comportamento virtuoso anche se obbligato, il secondo che vengono comminate delle multe, che a volte sono per un chilometro oltre i 5 chilometri, Allora diciamo la verità, l'obiettivo qual è?".
Riferendosi ad un caso di attualità dell'epoca, un comune da 15.000 abitanti in provincia di Verona che aveva incassato cinque milioni di euro grazie a un autovelox sistemato in periferia, Sticchi Damiani diceva: "fa una gran differenza, poi sicuramente il 50% sarà devoluto in sicurezza stradale e va bene, ma sono sempre due milioni e mezzo, che su un bilancio di un comune piccolo fanno la differenza". Quasi dieci anni dopo queste dichiarazioni, gli autovelox continuano a fare notizia. E se il concetto legato al "fare cassa" continua a restare attuale, forse servono provvedimenti.