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Un plauso a Free to X, app erogata da Autostrade per l'Italia che ha reso disponibile gratuitamente all'interno delle varie funzioni una notifica che, in funzione della localizzazione geografica del cellulare, avverte quando si entra in un tratto sottoposto a vincolo di velocità media. Mediante poi il controllo satellitare è in grado di avvertire con un segnale acustico se e quando si è superato tale limite.
Ma, sarà un "ravvedimento operoso” o piuttosto la cattiva coscienza che rimorde per il discusso passato di ASPI? Per la verità valgono entrambe le ipotesi.
Torniamo alle origini del Tutor, che è una bella storia. Venne installato nel 2004 su alcuni tratti autostradali caratterizzati da persistenti nebbie invernali ove si erano registrati tragici maxitamponamenti.
Fortunatamente la nebbia si diradò alquanto negli anni successivi, ma questa variazione climatica non impedì ad Autostrade di enfatizzare il risultato sorprendente, ma temporaneo di quegli anni: il Tutor dimezza il numero degli incidenti e delle vittime. Scolpito nel marmo ad imperitura memoria.
Una simile affermazione convinse poi a estenderlo progressivamente su quasi tutta la rete autostradale, con la contropartita che, essendo considerato un investimento destinato alla sicurezza stradale, i relativi costi potevano essere convenientemente scaricati da parte della Società Autostrade.
Ancora più vantaggioso, ma meno noto, era il fatto che la riduzione del numero di incidenti entrava di slancio nella formula per l’aumento annuale dei pedaggi. In teoria solo quelli dell’anno successivo, beninteso.
Tuttavia, un articolo aggiunto nella concessione, approvata dal Parlamento nel 2009, vieta che gli aumenti dei pedaggi introdotti per un anno "scadano", ovvero possano essere cancellati negli anni successivi. Non si torna indietro.
Come vedete, il Tutor dopo 18 anni non finisce di compiere miracoli...