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"Le attività di monitoraggio e sorveglianza di legge sulle opere d'arte saranno affidate a una primaria società del settore di livello internazionale, la cui selezione è già stata avviata (…) e pertanto tali attività non verranno più effettuate da Spea Engineering".
Una frase che suona come una sentenza quella con cui l'amministratore delegato di Autostrade per l'Italia, Roberto Tomasi, informando il Consiglio di Amministrazione della società, ha dato il benservito a Spea, società del gruppo Atlantia, finita nell'inchiesta sui falsi report circa lo stato dei viadotti gestiti da Autostrade, controllata dalla stessa Atlantia.
La notizia è riportata dall'Ansa che ricostruisce l'intera vicenda a partire da quando, il mese scorso, è emerso come Spea abbia “ammorbidito” - spiega l'agenzia - i report sulle reali condizioni di alcuni viadotti gestiti da Aspi, e ha portato alla fine alle dimissioni del numero uno di Atlantia, Giovanni Castellucci, da tempo sotto pressione per il crollo del ponte Morandi, seguite da quella di altri due manager, Michele Donferri Militelli e Paolo Berti, ovvero l’ex direttore delle manutenzioni ed il direttore delle operazioni.
Entrambi i manager sono indagati a Genova per omicidio colposo plurimo e disastro. Tra le altre cose, Berti è stato condannato a 5 anni e 6 mesi nell’ambito del processo sul bus che a Monteforte Irpino (Avellino) cadde da un viadotto causando la morte di 40 persone.
Intanto, il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Paola De Micheli, in un'audizione alla Commissione Ambiente della Camera, ha precisato che sulla vicenda legata al Ponte Morandi di Genova e dunque sulla procedura avviata nei confronti di Atlantia per la revoca della concessione autostradale, "si stanno acquisendo tutti gli atti e alla fine sarà il Consiglio dei Ministri a prendere una decisione sulla valutazione che farà la commissione".