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Dopo qualche settimana di stop, torniamo a parlare di Autostrade ma non per l'argomento più atteso, quello che cioè riguarda le concessioni e tutte le ipotesi a queste collegate, tra revoche, revisioni e sanzioni.
Ciò di cui parliamo, invece, ha a che fare con tutto il sistema che ha a che fare con i controlli e la manutenzione, elementi-chiave per massimizzare le probabilità di salvare la concessione in bilico.
Si comincia, neanche a dirlo, dalle gallerie, la cui condizione di degrado generale ha raggiunto il culmine quando il 30 dicembre scorso il crollo del tratto di una volta sulla A26 ha rischiato di fare una strage sfiorata solo per una favorevole casualità.
Saranno in tutto 587 le gallerie che verranno ispezionate e sottoposte a interventi di manutenzione e, nel caso di quella con una lunghezza superiore ai 500 metri, partirà il processo di adeguamento previsto dalla direttiva europea 2004/54 che prevede il rispetto di diversi parametri antincendio.
Per la prima fase dell'attività, che riguarderà la sorveglianza e il primo intervento, sono stati stanziati 70 milioni di euro, e sarà affidata a tre società (il Gruppo Lombardi, Sws Engineering e Rocksoil).
Per la parte restante, l'investimento ammonterà a 400 milioni di euro, cioè l'entità prevista dall'ultimo piano di manutenzione che si svilupperà fino al 2023 e che ora attende l'approvazione da parte del Mit.