Autostrade in Spagna, un esempio da seguire

Autostrade in Spagna, un esempio da seguire
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Dall'altro lato di una medaglia che da noi mostra la macchinosità e le lungaggini della politica c'è la Spagna che, in un colpo solo, decide di non rinnovare le concessioni alla società titolare, e di cancellare il pedaggio su due tratte, per un totale di 600 km
7 gennaio 2020

Dalla Spagna due notizie sulla cronaca della viabilità: il governo non ha rinnovato le concessioni ad Abertis, in pratica l'equivalente locale di Autostrade per l'Italia (sono entrambe parte del gruppo Atlantia), che passano sotto il controllo statale. E decide di eliminare i pedaggi su due tratte, la Cadice-Siviglia e la Tarragona-Valencia-Alicante, per un totale di 600 chilometri.

In un altro momento storico, un bis di notizie del genere avrebbe meritato un certo spazio sì, ma mai quanto ne merita oggi se visto in controluce con lo scenario italiano.

Non crediamo di esagerare affatto quando affermiamo che, la rapidità e la forza - anche simbolica - del governo di Pedro Sanchez nel ritirare la concessione destinata a perdurare invece fino al 2048 mettono ancora più in risalto - per non dire nel ridicolo - l'attendismo della politica rispetto ai disastri e ai disagi della nostra viabilità.

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Qui, per la cronaca, siamo ancora fermi a una generica volontà del M5S che spinge verso la nazionalizzazione di Autostrade e a tutta una serie di difficoltà da risolvere per arrivare ad assegnare ad Anas l'incarico di gestire i 3 mila chilometri di strade che compongono il tessuto di strade ad alto scorrimento in Italia.

E poi sull'altro fronte, quello dei pedaggi, per il momento non si è riusciti a far di più che sospendere gli aumenti e il pagamento dei pedaggi su alcune tratte interessate, a vario titolo, da disagi.

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