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Come una partita a scacchi, continua il confronto tra Atlantia e altri soggetti pronti a subentrare nella gestione delle Autostrade: e come ogni vero scontro sulla scacchiera che si rispetti, dopo i pedoni ecco entrare in scena i pezzi forti, capaci di fare la differenza.
Intanto, appare tramontata l’ipotesi di ingresso da parte dello Stato attraverso Cassa Depositi e Prestiti (i pedoni, appunto…) nel capitale sociale di Atlantia per una quota minoritaria; allo stesso tempo, ecco prendere corpo il piano stilato da F2i (Fondi Italiani per le Infrastrutture, società di gestione del risparmio italiana e maggiore gestore indipendente di fondi infrastrutturali) per assumere il controllo, insieme a Cassa Depositi e Prestiti; tra gli investitori che sostengono F2i figurano nomi importanti, come Fondazione Cariplo e Enpam (cassa medici), Cassa Forense (avvocati), Inarcassa (architetti) e Cassa Geometri, che hanno sottoscritto gli impegni necessari a finanziare l’intera operazione.
Si profila quindi un binomio forte, composto da F2i e da diversi fondi previdenziali professionali (che in totale gestiscono i contributi di oltre un milione di lavoratori) come investitore privato, mentre Cassa Depositi e Prestiti dovrebbe assumere il ruolo di garante “pubblico“; un tandem formidabile, capace di subentrare nel pacchetto di maggioranza di Aspi, detenuto finora per quasi il 90% dalla famiglia Benetton attraverso le sue controllate.
Questa la premessa: ma perché il piano si trasformi in realtà sono da superare alcuni ostacoli, ad iniziare dalla scadenza ormai prossima del 30 giugno: entro tale data, infatti, Atlantia-Aspi dovranno trovare un accordo con il Governo italiano sul mantenimento della concessione autostradale, premessa indispensabile per definire la quotazione finanziaria, aggiornata ai nuovi accordi su tariffe per gli utenti ed investimenti sulla rete, da mettere sul piatto di F2i e CDP.
Insomma, restano solo una ventina di giorni per arrivare ad una decisione: la palla passa ora alla Politica, cui spetta l’onere della scelta definitiva.
L’argomento è tra quelli di maggior importanza, anche mediatica, presso l’opinione pubblica; non è un mistero che quello della revoca della concessione ad Atlantia sia uno dei cavalli di battaglia del Movimento 5 Stelle - soprattutto dopo la tragedia del ponte Morandi - e la posizione del premier sembra piuttosto chiara: «Ci sono conclamati inadempimenti del concessionario - ha dichiarato Giuseppe Conte pochi giorni fa - quindi per me ci sono tutti gli estremi per la revoca: come sapete, sono state avanzate proposte di transazione, ma non sono compatibili con l’interesse generale. In ogni a caso, a breve il Governo deciderà».
In attesa del 30 giugno, altri interessati spettatori sono alla finestra: un’alternativa al piano di F2i e CDP è annunciato da Macquarie, fondo di private equity già noto da questi parti per un’operazione legata al controllo di Aeroporti di Roma.