Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Missione sicurezza: le conclusioni allarmanti dell’inchiesta sul crollo del Ponte Morandi (e senza dimenticare la sentenza relativa all’incidente al pullman in autostrada nei pressi di Avellino) che prefigurano inquietanti mancanze di controllo da parte delle società concessionarie, sembra aver impresso un’accelerazione al processo di verifica sullo stato di viadotti e gallerie dell’intera rete autostradale italiana.
Per questo la mappa dei potenziali disagi per automobilisti e camionisti si allarga, perché spesso le verifiche si trasformano in cantieri di lavoro, per interventi urgenti e non ulteriormente differibili.
Una situazione per nulla nuova per gli utenti liguri, che da un anno e mezzo convivono con le code in autostrada generate da diverse restrizioni al transito concentrate soprattutto nella parte centrale dell’A14, ma ora il fronte si allarga a macchia d’olio, interessando diverse zone d’Italia.
In pratica, tutte le tratte a pedaggio sono interessate da un’azione di controllo e verifica ministeriale, che hanno fatto già emergere alcune preoccupanti criticità.
È il caso dell’A1 nel tratto tra Milano e Bologna, gestito da Aspi (Autostrade per l’Italia), dove un ponte è percorribile solo dopo verifica a campione del peso dei Tir in transito, mentre sul vecchio tratto veneziano dell’A4 sono sotto controllo alcuni viadotti sulla cui staticità sono stati avanzati diversi dubbi,
Ancora verso est, in direzione di Trieste, Autovie Venete (Regione Friuli-Venezia Giulia) è risultata inadempiente riguardo le obbligatorie ispezioni trimestrali: anche qui è scattata la sirena d’allarme, con immediata messa sotto controllo di viadotti, gallerie e ponti.
In Abruzzo, invece, l’ispettore ministeriale Placido Migliorino ha imposto un limite al transito su alcuni viadotti della A24 e della A25: dopo un sopralluogo, li ha trovati nelle identiche condizioni di qualche anni fa, quando aveva prescritto interventi.
Si tratta dell’ennesimo cartellino giallo (ma quello rosso quando si estrae?) a carico del gestore Strada dei Parchi, facente parte del gruppo Toto, che come giustificazione per il mancato intervento indica il traffico ridotto (e quindi i ridotti incassi dai pedaggi) che impedisce lo svolgimento di lavori certo necessari, ma anche molto costosi.
Ma è tutta Italia ad essere interessata ai controlli del Mims (Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, che ha preso il posto del MIT): da metà marzo sono sotto esame i viadotti siciliani, molto vecchi e considerati a rischio.
Nei giorni scorsi si è arrivati al sequestro di oltre venti cavalcavia; ennesima tegola caduta sul capo della CAS (Consorzio per le Autostrade Siciliane) il gestore regionale già sotto accusa per la mancata manutenzione delle barriere laterali di alcuni tratti di sua competenza, che hanno causato incidenti e vittime, oltre a condanne in sede giudiziale.