Autostrade: anche il PD ora vuole revoca della concessione

Autostrade: anche il PD ora vuole revoca della concessione
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La maggioranza di Governo si compatta dopo i recenti fatti in Liguria
28 novembre 2019

Anche l’altra metà della maggioranza di governo ora è orientata verso la revoca della concessione, totale o parziale si vedrà, ad Autostrade per l’Italia. L’aveva chiesta oltre un anno e mezzo fa il Movimento 5 Stelle all’indomani della tragedia del Ponte Morandi, ma alla luce dello stato di degrado riscontrato dalla Procura su due ponti della A26 pare che anche il Partito Democratico abbia cambiato idea.

«La decisione sarà collegiale. Non voglio che tra qualche anno io, il premier, i ministri, lo Stato insomma debba rispondere di una decisione non ponderata», ha riferito in Senato il ministro Paola De Micheli che nelle scorse ore ha incontrato il nuovo amministratore delegato di Aspi Roberto Tomasi. «Tutti i viadotti della rete autostradale gestita da noi sono sicuri, lo garantisco, ma reagiremo a ogni segnalazione di criticità», ha detto Tomasi in un'intervista a La Stampa.

Per il Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, intervenuto a Radio Capital, «C'è un'evidenza fattuale che non hanno fatto quello che dovevano fare. Gli investimenti sono fermi, i viadotti vengono chiusi, non è accettabile».

Insiste sulla linea dura a Radio Anch'io il leader 5S Luigi Di Maio: «Si va verso la revoca delle concessioni autostradali. Bisogna togliere a questi signori la concessione il prima possibile dopo che hanno preso i nostri soldi per i pedaggi senza fare la manutenzione delle strutture».

Intanto sotto la lente dei magistrati nell’ambito dell’inchiesta sui report sulla manutenzione manipolati da Aspi sono finiti i viadotti Vegnina (A26), Coppetta (A7), Ponticello ad Archi (A10), il sottovia Schiantapetto (A10), Biscione (A26), ponte Scrivia (A7), ponte statale del Monferrato (A26), Rocce Nere (A26), Bormida (A26), Stura 5 (A26), Gargassa (A26), Busalla (A7), Coppetta (A7), Veilino, Bisagno e Sori (tutti in A12).

Ieri il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha detto che la procedura di revoca avviata dopo il crollo del Ponte Morandi va avanti: «Non intendiamo fare sconti – ha sottolineato il premier -: il nostro obiettivo è tutelare non l’interesse privato ma l’interesse pubblico, quello dei cittadini».

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