Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Prime novità sul fronte della querelle tra autoscuole e Agenzia delle Entrate: per merito anche della mobilitazione della categoria (ne abbiamo parlato qui), il Governo si muove e per tramite del vice ministro Misiani annuncia una norma che possa impedire la retroattività della riscossione dell’imposta IVA degli ultimi cinque anni.
Il governo si impegna dunque a scongiurare una delle conseguenze più contestate dai titolari di autoscuole dopo la circolare dell'Agenzia delle Entrate che seguiva il pronunciamento della Corte di Giustizia Ue.
«Se sul futuro vale la sentenza comunitaria - ha riferito Antonio Misiani - sul passato vogliamo evitare che le scuole guida debbano chiedere ai clienti degli ultimi cinque anni di versare l’imposta dell’IVA che all'epoca non era dovuta. Lo faremo con una norma che inseriremo nel primo provvedimento utile».
Le dichiarazioni del vice ministro hanno portato un po’ di sereno nella categoria: Unasca e Confarca giudicano bene le parole di Misiani, anche se restano altri problemi ancora aperti.
«Valutiamo come positivo l'impegno a cancellare la retroattività sull'IVA per le autoscuole preso dal vice ministro Misiani - hanno dichiarato Emilio Patella e Paolo Colangelo, segretario nazionale Autoscuole Unasca e presidente Confarca, le due maggiori associazioni di categoria - Per retroattività, noi intendiamo anche il 2019: infatti sarebbe opportuno che la norma entrasse in vigore da gennaio 2020, cioè dal prossimo anno fiscale. Meno bene l'IVA al 22%, perché saremmo l'unica scuola italiana a pagare l’IVA sulle attività didattiche. Continueremo perciò a batterci per il legittimo riconoscimento del nostro ruolo».