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“Potrebbe andare peggio, potrebbero toglierci il gas neon”. Questa, senza ridere, potrebbe essere una battuta che si lega alle recenti misure contro la Russia per via della guerra.
Oltre ai danni economici rilevanti che seguono l'aumento carburanti, ora si danneggia anche la filiera industriale. Si perchè la restrizione all'esportazione di gas inerti, potrebbe indebolire il mercato globale dell’elettronica, già influente in modo negativo per l’auto.
A sorridere, secondo la loro posizione, sono gli stessi russi che vedono rafforzata, a loro dire, il proprio ruolo sul mondo della microelettronica. Una deduzione che fanno per una logica: alcuni dei loro gas, o derivati, sono usati nella produzione di semiconduttori, come il neon. Quanto proveniva dalla Russia ora non può “servire” tutti gli altri Paesi, ma solo quelli non ostili.
Se i Russi non aumentano le proprie capacità produttive interne, quel gas mancante e più caro per l’occidente, potrebbe far comodo, magari rinegoziato, alla solita Cina che già tanto influenza l’auto a batteria digitalizzata.