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L’accelerazione che i legislatori a Bruxelles vorrebbero imporre per la transizione energetica nel mondo delle auto sta producendo tutta una serie di commenti che vanno dalle prese di posizione da schieramento politico alle più raffinate analisi che cercano di prendere in considerazione l’intero problema, partendo dalla produzione dei veicoli, dagli impatti occupazionali che l’elettrificazione comporta, per arrivare agli auspicati risultati sull’ambiente, passando chiaramente per politiche di gestione, distribuzione e produzione energetica.
L’aspetto economico per il consumatore è poi lasciato a margine, dimenticando che mentre per l’auto elettrica i governi (e quindi la collettività) spendono molti soldi incentivandole in diversi modi, con i veicoli endotermici si fa cassa con le pesanti tasse sui carburanti.
Ma chi pensa a tutelare coloro che devono acquistare un’auto adesso, e sottolineo adesso? L’auto è un investimento, un bene che garantisce un servizio, la mobilità, ma che è anche un esborso economico importante; sappiamo tutti che è destinato a svalutarsi, ma si vorrebbe che lo facesse in un tempo più lungo possibile. In poche parole, come impatterà sul valore delle auto usate una decisione politica che spinge verso una elettrificazione massiccia, criminalizzano le auto a combustione interna? Dobbiamo spaventarci? Il mio diesel che ho pagato 35.000 euro (di cui magari sto versando ancora le rate), tra 4 o 5 anni non varrà più nulla perché nessuno lo vorrà più comprare?
Breve digressione: il mercato dell’auto è un mercato maturo, da anni garantisce uno scambio costante anche di auto non più nuove, d'occasione, e questo aiuta a mantenere un valore certo e stabile anche dell'usato. Chiaramente, come tutti i mercati, è soggetto alla regola della domanda e offerta, con la peculiarità che questa regola è stata più volte turbata delle scelte fiscali dei governi o da limitazioni all’uso imposte per alcuni tipi di veicoli.
C’è realmente da temere un effetto di perdita di valore dei veicoli a motore a favore dei veicoli elettrici? Fino a qui è stato vero l’inverso. I veicoli elettrici soffrono di quotazioni ballerine, per tutta una serie di considerazioni, come l’evoluzione tecnologica e l’inevitabile obsolescenza, gli incentivi all’acquisto e gli andamenti dei prezzi di vendita dei veicoli nuovi. Se ci aggiungiamo anche la non chiara predisposizione dei consumatori all'acquisto di questi veicoli usati, si fa presto a tirare le somme e ad non essere poi così certi del mantenimento di un alto valore nel tempo per le auto a batteria. Invece per quanto riguarda i veicoli a motore termico, diesel o benzina, ibridi o meno, la loro disponibilità sempre minore, abbinata all’inevitabile aumento dei prezzi del nuovo, potrebbe far intendere che i prezzi dell’usato, già oggi alti, non potranno che salire. Io lo chiamo "effetto vinile", i cari e vecchi dischi 33 giri sono ancora ricercati e ristampati, mentre i CD sono ampliamente superati dalla musica liquida.
Le scelte di acquisto oggi più che mai sono da fare considerando le proprie esigenze e possibilità, se si pensa che la mobilità elettrica risponda alla proprie esigenze per via delle limitazioni al traffico nelle metropoli e se si dispone di un posto dove ricaricare l’auto allora la scelta di un elettrico può consentire di approfittare degli incentivi e anche delle molte offerte che mettono al riparo da possibili cambi di esigenze e svalutazioni imprevedibili dell'usato, come il noleggio o anche l’acquisto finanziato con maxirata finale a valore garantito. Mentre se si dovesse preferire una soluzione con motorizzazione endotermica, che tuttora ha costi d'acquisto più bassi rispetto ad un auto elettrica, si può stare sufficientemente tranquilli che il valore del proprio usato non verrà nel futuro annichilito, anzi ci sono buone probabilità che si trasformi in un piccolo investimento.