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Non ci sono solo la tratta dei rifiuti magari radioattivi e la razzia delle risorse naturali a rendere poco trasparenti i rapporti tra le nazioni più ricche del mondo e quelle in via di sviluppo: ci sono anche gli oltre 14 milioni di veicoli esportati a vario titolo nelle terre a noi più lontane a creare ulteriori squilibri ambientali e confermare il poco piacevole approccio di stampo coloniale che ancora caratterizza le relazioni commerciali tra le nazioni.
Una pratica fastidiosa, confermata dal Rapporto "Used Vehicles and the Environment - A Global Overview of Used Light Duty Vehicles: Flow, Scale and Regulation" redatto dall’Unep, il Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente, organizzazione che dal 1972 opera contro i cambiamenti climatici a favore della tutela dell'ambiente e dell'uso sostenibile delle risorse naturali.
Dell’imponente massa di 14 milioni di veicoli esportati nel periodo compreso tra il 2015 ed il 2018, molti dei quali vecchi più di venti anni, ben l'80% è finito in paesi a basso e medio reddito, e per quasi la metà in Africa, dove risulta importato il 40% del totale dei veicoli usati del periodo preso in esame, seguiti dai paesi dell'Europa orientale (24%), dell'Asia-Pacifico (15%), del Medio Oriente (12%) e dell'America Latina (9%).
Il settore dei trasporti, come rileva l’Unep, è responsabile di quasi il 25% delle emissioni globali di gas serra legate all'energia, soprattutto di particolato fine (Pm2.5) ed ossidi di azoto (NOx), responsabili principali dello smog che assedia le città.
Il rapporto, basato su un'analisi di 146 Paesi, rilevato che circa due terzi hanno politiche "deboli" o "molto deboli" riguardo l'importazione di veicoli usati, mentre dove si registra l'importazione anche di auto ibride ed elettriche, la qualità dell’aria è migliore, come accade in Marocco, che permette solo l'importazione di veicoli con meno di cinque anni di età e con soglia di omologazione minima Euro4.
L’Unep non fa sconti a nessuno: sul banco degli accusati, infatti, ci sono anche nazioni europee spesso accreditate di un’attenzione ambientale alta.
E' il caso dei Paesi Bassi, che dai dati presenti nel Rapporto si scopre essere grandi esportatori di auto usate, ma poco attenti al rispetto delle regole, come per la mancanza dei certificati di controllo tecnico previsti dalla normativa.
Inoltre, l’età media dei veicoli usati esportati dal cuore dell’Europa in Gambia, infatti, è vicina ai 19 anni, ed un quarto dei veicoli usati esportati in Nigeria ne aveva quasi 20 anni.
Africa pattumiera, appunto, con buona pace di tutti i discorsi sulla cooperazione internazionale e sull'aiuto allo sviluppo: visti le clamorose conclusioni del Rapporto, è possibile che l'ONU approvi una normativa sui passaggi di vetture usate tra le nazioni, che tuteli l'ambiente e la popolazione di quelle più esposte a traffici poco puliti.