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La Guardia di Finanza di Aosta ha scoperto una maxi frode all'imposta sul valore aggiunto riguardo al commercio di circa 2.400 autoveicoli provenienti dalla Germania. In particolare è stato portato alla luce un giro di fatture false per oltre 39 milioni di euro che ha comportato allo Stato un danno ai fini IVA di oltre 6,5 milioni di euro.
Le indagini sono durate circa un anno. Gli autoveicoli venivano acquistati in Italia da un rivenditore ufficiale da parte di due società della Lombardia, risultate poi delle cosiddette 'cartiere' («società di fatto - spiegano i finanzieri - prive di strutture operative e di consistenza economica») con la presentazione di dichiarazioni d'intento false al fine di ottenere l'acquisto in sospensione d'imposta.
Successivamente queste due società cedevano le stesse autovetture con l'applicazione dell'IVA, ma ad un prezzo inferiore a quello di acquisto ed a quello di mercato grazie all'omesso versamento dell'IVA all'erario.
«Tra i principali clienti di queste società - sottolineano i responsabili delle Fiamme Gialle - c'era una concessionaria valdostana, la quale, avvantaggiata dall'acquisto dell'autoveicolo ad un prezzo comprensivo di IVA pari o inferiore all'effettivo prezzo imponibile, poteva rivenderlo con un considerevole margine di guadagno, nuovamente in territorio tedesco e ad un prezzo inferiore a quello di listino.»
L'indagine si è conclusa con una denuncia all'autorità giudiziaria e con la segnalazione all'agenzia delle entrate di Aosta «per il recupero dell'imposta sul valore aggiunto indebitamente detratta dal cessionario valdostano e non versata dalle società cedenti lombarde.»
Fonte: Ansa