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Siamo certi che davvero partano in questi termini i tanto discussi Bonus e Malus emissioni? Pare di sì, dal 1° marzo 2019 (nuove immatricolazioni Italia, quindi anche auto importate dall'estero) con nuove imposte malus ritoccate in parlamento, per finanziare meglio elettriche e ibride tramite bonus. Il prezzo di listino non deve superare i 50mila euro, per avere il beneficio (iva esclusa).
Il peso maggiore sulla carta, quello voluto dal governo italiano, è per gli incentivi alle auto con basse emissioni di CO2 e ridotti consumi, di carburante, ma la sostanza? I costruttori delle auto in Top di vendita che saranno gravate dal cosiddetto malus, una volta fatti i propri conti (e li hanno già fatti, ovviamente) di certo compenseranno, magari con promozioni a loro spese, il delta prezzo negativo; qualora il rischio perdita volumi dovesse inficiare troppo la redditività del marchio in Italia. Qualcuno anticiperà nuove omologazioni magari, svincolando modelli benzina che per poco finiscono nel malus (es. alcuni allestimenti superiori di modelli Fiat) contrariamente a concorrenza premium (varie BMW e Mercedes). Chi invece si ritroverà auto elettrificate, ibride o puri EV, richieste come mai prima grazie all’Ecobonus, potrà addirittura tentare la via di spingere ulteriormente il prodotto con relativi servizi, una volta che il filone “giri”, per aprirne di nuovi.
Andiamo però al sodo con qualche esempio. Una carrellata di modelli già in vendita che diventano più convenienti in acquisto, grazie ai bonus governativi italiani capaci di ridurre, secondo l’ultima versione divulgata, fino a 6000 euro il prezzo di un’auto immatricolata nel 2019. Ce ne sono per tutti i gusti e per qualche tasca in più, rispetto a oggi, di auto ibride ed elettriche sotto i 40mila euro. Qualche citycar di segmento A ora è anche sotto i ventimila, euro. Affari veri da consigliare? Dipende da molti fattori, il consiglio serio è di provare le auto incentivate se interessati, giudicando non solo dal prezzo netto di acquisto e da una sigla, o un valore emissivo certificato, ma pur sempre relativo, nel lungo periodo (basti vedere cosa accaduto dal 2015 a oggi).
Audi. A3. La versione 1.4 TFSI e-tron S tronic avrebbe diritto al contributo 2.500 euro: il prezzo con bonus da rottamazione scenderebbe fino a 36.850 euro.
Bmw i3. L’apprezzata segmento A premium elettrificata di BMW beneficia del bonus da 6.000 euro con la rottamazione. Il prezzo di listino scende a 33.150 euro (+2000 senza la rottamazione). Serie 2 Active Tourer. L’ibrida beneficia di sconto 2.500 euro con rottamazione e il prezzo di accesso scende nel caso a 35.750 mila euro.
Citroën e-Mehari. La piccola elettrica a 4 posti, con il bonus di 6.000 euro (rottamazione) scende a 21.300 (+2000 senza).
Hyundai Kona. Il SUV elettrico prende 6.000 euro di incentivo con la rottamazione e il prezzo listino di accesso gamma scende a 30.400 (+2.000 euro senza rottamazione).
Kia. Niro. La variante PHEV del crossover ibrida plug-in avrebbe diritto a 2.500 euro di contributo con rottamazione (prezzo 33.700 euro invece di 36.700). E di 1.500 euro senza rottamazione. Optima. Berlina o wagon la variante ibrida plug-in beneficia di bonus da 2.500 euro con rottamazione: il prezzo scontato per accesso gamma arriva a 41.500 euro.
Mini Countryman Cooper SE. Auto ibrida, la Mini Countryman Cooper SE All4 Auto punta a un meno 2.500 euro su prezzo di listino con rottamazione, ovvero 37.300 euro. Bonus di 1.500 euro senza rottamazione.
Mitsubishi. i-MiEV. La citycar 4 posti beneficia dei 6.000 euro con rottamazione, ovvero listino prezzi netto a partire da a 23.900 euro (+ 2000 senza rottamazione). Outlander PHEV. Non il massimo ma comunque sensibile il bonus per il Suv ibrido plug-in giapponese, che scende nel prezzo a 37.827 euro (senza rottamazione + 1.500 euro).
Nissan Leaf. Simbolo dell’elettrificazione piena alla giapponese, la Leaf 2019 in Italia potrà beneficiare di uno sconto da 6.000 euro, abbassando il listino prezzi a 30.700 euro con incentivo (+2.000 euro senza la rottamazione).
Peugeot iON. Piccola ma i posti sono quattro, sorella di Citroen Z-Zero e Mitsubishi i-MiEV. È tutta elettrica, quindi con rottamazione 6.000 euro di bonus e prezzo listino netto che arriva a 22.151 euro (senza rottamazione 24.151).
Renault Zoe. Sempre due posti restano, però a costo meno proibitivo, considerando l’uso limitato del mezzo. Listino prezzi Italia che con Ecobonus pieno, di 6.000 euro, scende a 27.800 euro (+ 2000 € senza rottamazione).
Smart EQ. Qui l’incentivo può avere un suo “perché” dato che si diventa più appetibili, in chiave “smart”, rispetto a molta concorrenza di segmento. La gamma EV 2019 Smart, ovvero Fortwo, Forfour e ovviamente cabrio, si prende i 6000 euro di bonus con rottamazione (4.000 senza) facendo avvicinare i molti che già la vedevano con interesse. Fortwo coupé, parte in accesso gamma da listino incentivato a 17.920 euro (19.920 senza rottamazione). La cabrio da € 21.288 (o 23.288).
Toyota Yaris 1.5 Hybrid. Altro modello potenzialmente molto gettonato, grazie ai nuovi incentivi 2019 l’ex-piccolo genio diviene più amichevole. Dalla sua un contributo della Casa che si sommerebbe ai 3.000 euro di ecobonus, per un listino prezzi netto a partire da 12.100 euro.
Volkswagen e-Golf. L’auto tedesca è arcinota, valida anche in questa sua variante elettrica, assolutamente, ma limiti ce ne sono per una cifra comunque non da tutti ed è oggettivamente a fine carriera, pronta a essere scavalcata da modelli VW elettrici (MEB) nettamente più prestanti. Incentivo massimo di 6000 euro per un accesso su listino prezzi da 34.100 euro, con rottamazione (bonus 4000 euro senza rottamazione).
La rottamazione è sempre intesa per veicoli che siano euro 0, 1, 2, 3 o 4.
È molto ampia la fetta di modelli sul listino auto 2019 in Italia che, purtroppo per chi li vende, saranno gravati da un’imposta aggiuntiva per elevato valore di CO2 emesso. Sostanzialmente moltissimi endotermici, benzina o diesel, con grande cubatura oppure, anche se di media cilindrata, non aggiornati di recente secondo le ultime imposizioni della Comunità Europea (es. per l’Euro6D) che costringono a dotare certi “bei motoroni” di sistemi abbattimento emissioni esagerati, rispetto al momento in cui concepiti i motori stessi.
L’imposta prevista è di 1.100 euro per acquisto di auto con emissioni comprese tra 161 e 175 CO2 g/Km. Si sale a 1.600 euro per la fascia 176-200 e duemila euro tra 201 e 250. Il massimo di malus emissioni è a quota 2.500 euro, per chi supera soglia 250.
Alcuni esempi di nomi noti che, in allestimenti superiori o motorizzazioni comunque apprezzate, saranno oggetto di nuova imposta? Ve li riportiamo genericamente così come le stesse associazioni (ANFIA, FEDERAUTO e UNRAE) ce li hanno “ricordati” lamentando una scorrettezza della nuova norma, specie in prima fascia (soglia 160 CO2 g/km) dove si toccano anche automobili non certo di nicchia superiore o premium, ma spesso generaliste. Aggiungiamo anche modelli molto noti tra i SUV e le sportive, che pagano a seconda di allestimento e potenza una tassa in maggior parte inclusa tra +1100 e +1600 euro. Ovviamente si tratta solo di elenco generico, il dettaglio varia secondo motorizzazione e allestimento esatti, capaci di ritoccare quel che basta il CO2 certificato.
Alfa Romeo. Alfa Romeo 4C Spider (+1.100 euro) Giulia (Veloce e Quadrifoglio +1600 euro) Stelvio (Quadrifoglio e Turbo benzina)
Audi. A3 S3 Quattro, A4 S4 e RS4, Q5 SQ5, Q7 3.0 TDI.
BMW. Serie1M 140i, Serie2 M2, Serie3 Touring 335d, M4, X3 e X5.
Citroen. Space Tourer
Dacia. Dokker e Duster
Fiat. Fiat Qubo, 1.4 8V 77 CV Lounge; Doblò e Ducato
Ford. C-MAX, Focus, Kuga e Mondeo
Honda. Civic e CR-V
Hyundai. I30, Tucson e Santa Fe 2.2 CRDi 4WD A/T.
Kia. Sorento 2.2 CRDi 4WD, Sportage e Stinger
Mercedes. Classe C Wagon 43 AMG e 63 AMG.
Mini. Countryman John Cooper Works ALL4.
MITSUBISHI. Pajero
NISSAN. Juke, X-Trail
OPEL. Corsa, Insigna, Mokka, Zafira
Renault. Megane 2.0 RS, Koleos
Seat. Leon ST Cupra
SSANGYONG Korando, Rexton, Rodius, Tivoli, XLV
SUBARU. BRZ, Forester, Levorg, Outback, WRX
TOYOTA GT86 Land Cruiser
VOLKSWAGEN. Touareg V6 TDI
VOLVO. XC60 (es. T6).