Auto, moto ed aerei della Seconda Guerra Mondiale

Auto, moto ed aerei della Seconda Guerra Mondiale
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Si è svolta a Roma la conferenza della Commissione Culturale ASI dedicata ad auto, moto ed aerei protagonisti della Seconda Guerra Mondiale. Tra gli interventi più interessanti anche quello del nostro esperto di tecnica Massimo Clarke
6 dicembre 2012

Roma - I veicoli a motore protagonisti del secondo conflitto mondiale: è stato questo il tema della conferenza organizzata dalla Commissione Culturale dell’ASI, che ha messo al centro dell’attenzione auto, moto ed aerei protagonisti delle operazioni belliche, rivelandone le innovazioni tecniche destinate poi a diventare patrimonio di tutto il parco circolante civile.

Parlare della guerra con un atteggiamento sempre critico, ma interessato

Doverosa premessa: la guerra e tutti i conflitti sono un’esperienza terribile, da non augurare a nessun essere umano, il cui strascico di violenza, morte e sangue costituisce una memoria di cui è difficile disfarsi, se non a prezzo di ulteriore fatica ed elaborazioni del lutto.

 

Soprattutto per chi la guerra l’ha conosciuta solo nel racconto dei genitori o dei nonni, il richiamo ad essa genera un’istintiva diffidenza; eppure, ora che per fortuna sono diverse le generazioni che qui da noi non ne hanno avuto esperienza, è possibile avvicinarsi a quei tragici eventi con un atteggiamento sempre critico, ma anche interessato.

I veicoli a motore della Seconda Guerra Mondiale

E’ quanto accaduto in occasione della recente conferenza indetta dall’ASI (l’Automobilclub Storico Italiano) presso il  Circolo Ufficiali dell’Aeronautica Militare di Roma, avente come oggetto della discussione i veicoli a motore protagonisti della Seconda Guerra Mondiale.

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Un esemplare di Fiat C.R. 42 Falco

 

Un universo tutto da scoprire e valorizzare, per le enormi e positive ripercussioni che tante innovazioni tecniche - sperimentate proprio sui veicoli destinati alla battaglia - hanno avuto per il progresso e l’evoluzione della mobilità civile.

Veicoli militari: prototipi su cui sperimentare nuove soluzioni tecniche

Ed a tutti i livelli: auto, moto ed aerei, infatti, negli anni tragici del conflitto sono stati anche prototipi su cui sperimentare nuove soluzioni per migliorare l’efficienza meccanica, aumentare l’affidabilità e ampliare i campi d’azione dei veicoli spinti da un motore, dotati che fossero di ruote o di ali.

 

Come nella sua introduzione ai lavori ha affermato l’ingegner Alferi Maserati, Presidente della Commissione Cultura dell’ASI, «Il convegno chiude un ciclo dedicato allo studio dello sviluppo del motorismo dalle origini alla Seconda Guerra mondiale e lancia il prossimo ed ambizioso impegno dell’ASI, dedicato al completamento della storia del motorismo italiano e mondiale»

 

Sul palco dei relatori si sono alternati diversi esperti ed ogni intervento ha aggiunto importanti tasselli ad una ricostruzione che non può lasciare indifferenti gli appassionati di motori ed organi in movimento

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I veicoli militari sono serviti anche come prototipi per sperimentare nuove soluzioni tecniche da trasferire poi sui mezzi civili

 

Enzo Buscemi, noto giornalista Rai, ha svolto una rapida ed appassionante descrizione delle automobili utilizzate dai diversi eserciti nel conflitto, focalizzando l’attenzione sulle tante innovazioni - su tutte, la trazione integrale sperimentata sulle sabbie del deserto africano e nella tundra sovietica - ai nostri occhi scontate che furono portate a definizione proprio durante la Seconda Guerra mondiale; e regalandoci anche la piacevole rivelazione che il babbo di Ivano Beggio scelse il nome di Aprilia per la sua fabbrica di biciclette in onore dell’omonima Lancia, vettura prodotta anche nella speciale versione Coloniale per l’impiego sugli scenari bellici.

Massimo Clarke ha parlato dell'evoluzione tecnologica dei motori

Massimo Clarke, che su questo sito non ha bisogno di presentazioni, ha centrato il suo intervento sull’evoluzione tecnologica dei motori, soprattutto destinati ad equipaggiare gli aerei, i cui benefici ancor oggi ritroviamo sui prodotti che normalmente utilizziamo per gli spostamenti ad alta quota.

 

A Moreno Musetti, esperto di motociclismo, è stato infine lasciato il compito di presentare moto e sidecar che nel conflitto svolsero un ruolo da protagonisti.

Anche il Made in Italy ha lasciato il segno

Impossibile dar conto di tutti i veicoli, le versioni speciali ed i prototipi presentati dai diversi relatori; e se l’industria tedesca, la statunitense e la giapponese diedero i contributi migliori per numero e qualità dei veicoli, il Made in Italy si rese protagonista con alcuni modelli di indubbio fascino, come la Aermoto Volugrafo, moto pieghevole per essere paracadutabile prodotta dalle Officine Meccaniche Volugrafo di Torino per il Regio Esercito.

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L'industria militare tedesca, giapponese e statunitense hanno dato i contributi migliori per numero e qualità di veicoli, ma anche il Made in Italy ha fatto sentire la sua voce in alcune occasioni

 

Derivata dal progetto del 1936 per una motoleggera dell'ingegnere Claudio Belmondo e costruita in circa 2.000 esemplari, aveva telaio a doppia culla, in tubolari d'acciaio, motore monocilindrico 2T da 123 cc capace di 2 CV (!) a 3.600 giri/min, cambio a due velocità con riduttore e freni a tamburo. E soprattutto, si distingueva per avere gli pneumatici gemellati per entrambe le ruote.

Il genio degli ingegneri e il coraggio dei piloti

Una sola giornata non basta certo per considerare esaurito l’argomento, ma è certo servita per avvicinare il mondo di oggi (in cui le guerre si combattono con droni ed altre diavolerie elettroniche a quello in cui il genio degli ingegneri trovava una sponda nel coraggio di piloti ed autisti disposti a sperimentare - correndo spesso il rischio di lasciarci la pelle - le novità progettate a tavolino.

 

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