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Ci voleva l’ultima indagine automobilistica di maggio 2019, per ricordarcelo: occhio all’auto in sosta! In Italia, come in molte altre parti del mondo dove regnano opportunismo e menefreghismo anche al volante, la regola è quella di “toccata e fuga” se l’auto che si danneggia in manovra non è la propria.
E lo sa bene chi scrive, che non molto tempo addietro trovò la sua amata berlina bella segnata nel retro, in un tranquillo parcheggio di nota struttura sportiva brianzola. La signora danneggiatrice era dentro la piscina, a farsi i trattamenti tranquilla, dopo aver parcheggiato il suo nuovo SUV tedesco ben lontano, dall’altro angolo del grande parcheggio. Ma è bastato poco per trovare... E poi molto, non senza faticose discussioni, per “sistemare” la pratica con tanto di amichevolissima constatazione firmata in loco. Meno male che la polizza di chi ha fatto il danno ha coperto tutta la salata fattura di Concessionaria, altrimenti, come si suole dire, la si prende in saccoccia, dal proprio portafoglio, la grana da dare al carrozziere per sistemare danni fatti da automobilisti scaltri alla propria vettura in sosta.
Il danneggiamento anche leggero di auto altrui quando sono in sosta è frequente, purtroppo. Non basta che tutte le nuove vetture e SUV abbiano avvisi o supporti di manovra in parcheggio e non accade solo dove i parcheggi sono effettivamente “impiccati”. L’ultima indagine nazionale divulgata (*) dice che sono circa 7,7 milioni gli automobilisti italiani ai quali è capitato almeno una volta di danneggiare un veicolo in sosta, senza nessuno a bordo. il 16,5% di coloro che si trovano a “fare il danno” ovvero quasi 1,3 milioni di automobilisti, piuttosto che assumersi responsabilità approfittano dell’assenza di persone sull’altro veicolo e se ne vanno. A cercare di farla franca sono soprattutto gli uomini (21,3%) anche perché è a loro, secondo la statistica, che capita più spesso. Le donne sono più propense a lasciare quantomeno un avviso, con i dati per essere contattate. In quanto a età sono i giovani i peggiori (31% fra i 25 e i 34 anni) con gli anziani più corretti (tra i 65 e i 74 anni si dà alla fuga solo l’8,8%). Le aree con percentuali maggiori di automobilisti che in queste situazioni se ne vanno come nulla fosse, sono il Centro e il Meridione (18,8% e 18,5% rispettivamente). Osservando tutti i dati per età, si nota che i più bravi sarebbero i giovanissimi: fra i 18 ed i 24 anni appena il 12,5% danneggia un veicolo in sosta.
La ragione maggiormente indicata per andarsene dopo aver urtato delle auto in sosta è la convinzione di aver causato danni minimi. Seguono la paura di spese troppo alte e poi le peggiori: “nessuno mi ha visto” e “tanto nessuno mette i bigliettini”. Che poi, i bigliettini, devono aver scritto un testo leggibile e veritiero, con riferimenti utili. Il primo caso noto e negativo che sovviene? Turista straniero che in quel di Bellagio, nota località di lago tricolore, segna il paraurti di vettura nuova di un italiano e, secondo testimoni, solo perché additato dai passanti lascia un bel bigliettino scritto, in inglese. Belle parole, ma nessun telefono o descrizione certa (es. targa) della sua auto, solo una mail… Dove ovviamente nonostante prova di contatto, non arriva riscontro.
Quando il caso non è simile all’esempio citato inizialmente, con rintracciamento e accordo firmato tra le parti, arrivano i problemi, ovvero i costi. Perché di norma questo genere di danni non viene coperto dalla polizza RC auto obbligatoria, ma tramite copertura aggiuntiva opzionale. Occorre fare denuncia alle autorità e pur avendo i cosiddetti “atti vandalici” non si è sempre totalmente coperti. In primis per le franchigie e poi ci sono parti spesso escluse, come parabrezza, finestrini e lunotto, che richiedono ulteriore copertura aggiuntiva.
Fonte indagine: mUp Research e Norstat su campione di età compresa tra i 18 ed i 74 anni*