Auto in fibra di carbonio: l'Unione Europea vuole metterle fuorilegge nel 2029

Auto in fibra di carbonio: l'Unione Europea vuole metterle fuorilegge nel 2029
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Una proposta dell’Unione Europea potrebbe vietare l’uso della fibra di carbonio dal 2029: l’industria automobilistica rischia un cambio di rotta epocale.
15 aprile 2025

Nel mondo dell’auto ad alte prestazioni, la fibra di carbonio è un simbolo di leggerezza, resistenza e stile. Dai sedili della Audi RS ai cofani delle supercar italiane, passando per componenti invisibili ma cruciali, questo materiale è diventato una presenza quasi obbligata nei veicoli sportivi e di fascia alta. Ma qualcosa potrebbe cambiare radicalmente: il Parlamento Europeo ha proposto una normativa che dal 2029 vieterebbe l’utilizzo della fibra di carbonio nei Paesi dell’Unione.

Secondo l’emendamento avanzato nell’ambito della revisione della direttiva “End of Life Vehicles”, il problema sarebbe legato alla pericolosità delle microfibre di carbonio: se rilasciate nell’aria, potrebbero essere dannose al contatto con la pelle. La proposta punta quindi a inserire la fibra di carbonio nella stessa lista di materiali pericolosi dove già compaiono piombo, mercurio e cadmio.

Per l’industria automotive, si tratterebbe di un cambio di paradigma. I produttori europei e globali — tra cui nomi come BMW, Audi, Ferrari e Lamborghini — sono tra i principali utilizzatori di fibra di carbonio, un materiale che rappresenta circa il 20% del consumo globale nel settore automotive.

Non si parla solo di aerodinamica o alleggerimento per la pista. Negli ultimi anni, la fibra di carbonio è diventata parte integrante del design anche nei modelli stradali. Cruscotti, sedili, specchietti, cerchi e persino piccoli dettagli di finitura vengono realizzati in questo materiale per dare un tocco “racing” alle auto più grintose.

Marchi come BMW, ad esempio, l’hanno resa un elemento centrale della linea “M”, al punto che alcuni esperti ironizzano: “metà dell’utilizzo globale di fibra di carbonio viene dalla divisione M”. Scherzi a parte, l’eventuale stop forzato costringerebbe l’intero settore a ripensare strategie, forniture e design.

Con la possibilità di una messa al bando entro quattro anni, i produttori dovranno accelerare la ricerca di materiali alternativi. Si parla già di compositi a base di alluminio, magnesio o fibre naturali, ma nessuno di questi è ancora in grado di offrire lo stesso equilibrio tra leggerezza, resistenza e appeal visivo della fibra di carbonio.

Nel frattempo, le aziende fornitrici e i partner dell’indotto — soprattutto in Germania e Italia — rischiano di subire contraccolpi economici significativi. Non è escluso che alcune realtà industriali decidano di trasferire parte della produzione fuori dall’UE per mantenere l’uso della fibra nei mercati extra-europei.

Prima che il divieto diventi legge, la proposta dovrà attraversare un iter legislativo complesso. È probabile che i costruttori automobilistici e i fornitori di materiali compositi facciano sentire la propria voce per cercare modifiche, deroghe o una proroga dei tempi.

Quel che è certo, è che se il bando dovesse essere approvato, il mondo delle auto sportive, elettriche e leggere dovrà reinventarsi profondamente. E chissà: forse tra qualche anno il “carbon look” diventerà vintage, come oggi lo sono le cromature degli anni '60.

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