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La Commissione Europea (Directorate-General for Climate Action) ha pubblicato i risultati di uno studio durato tre anni sulla qualità dei dati dichiarati per emissioni (ovvero consumi) di CO2 del parco circolante in Europa, ed il report dimostra quanto già stava largamente emergendo da un calcolo fatto su flotte più piccole di veicoli. Lo studio rivela che mentre i valore di auto benzina e diesel - pur essendo superiori del 20% - sono "quasi" fedeli alle dichiarazioni dei costruttori, il dato delle ibride plug-in è clamorosamente fuori da tutte le tolleranze, riportando valori di gas serra allo scarico di tre volte e mezza superiori a quanto dichiarato nella pubblicità e nelle schede di omologazione, cosa che equivale a consumi superiori al dichiarato di 4 litri/100km oppure 100 grammi di CO2 ogni km. Così le auto che oggi sono teoricamente all'interno della fascia degli incentivi che va da 21 a 60 g/km di anidride carbonica, nel modo reale ne emettono da 120 a 160 e oltre.
Insomma, un vero e proprio hybridgate, per altro largamente prevedibile (ne abbiamo parlato addirittura nel 2021 qui) semplicemente sulle basi tecniche dei modelli ricaricabili che, per chi non lo sapesse, hanno una batteria di media dimensione sufficiente per fare 50-100 km al massimo e un normale motore termico per quando finisce la corrente. I consumi che le Case sono tenute a dichiarare, però, per legge possono tenere conto di questi chilometri iniziali percorsi ad emissioni zero quindi il consumo di carburante pubblicizzato è di fatto la metà del reale o peggio su un ciclo di 100 km. La base su cui sono stati rilevati dati è ancora esigua se si pensa al parco circolante in Europa e, a detta della stessa Commissione, serve più collaborazione da parte delle Case che comprensibilmente non amano pubblicizzare questi dati. La Commissione ha detto che dal 2025 la quota del contributo elettrico sul consumo calcolato nel ciclo verrà ridotta.
Le cause del fenomeno sono presto spiegate, e valgono un po' in tutta Europa: solo una minima parte di chi possiede un'ibrida plug-in, magari comprata con l'incentivo statale, la usa ricaricandola il più spesso possibile per le solite ragioni: disponibilità di punti di rifornimento scarsi o inesistenti (per esempio nei condomini) tempo perso e fastidi vari. In particolare vengono usate così molte auto aziendali (la maggior parte delle plug-in fa parte di flotte) dove il costo del carburante è in capo all'azienda. Un altro fattore che fa salire spaventosamente i consumi rispetto a quanto dichiarato è la scarsa efficienza di un simile schema nei lunghi viaggi: una volta scaricata la batteria, una plug-in è come una full hybrid, ma molto più pesante per via della grande batteria e del motore elettrico più potente.