Auto elettriche usate: cosa cercare fra le BEV di seconda mano

Auto elettriche usate: cosa cercare fra le BEV di seconda mano
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Le auto elettriche nuove sono care? Fra quelle di seconda mano ci sono molte occasioni più accessibili,, ma bisogna conoscere qualche trucchetto
30 ottobre 2023

Nonostante i bonus del Governo, la fine del 2023 rischia di chiudersi in Italia con numeri in calo per le auto elettriche, con i soliti motivi in primo piano: prezzi alti, incentivi mal strutturati, preoccupazioni sulle reali prestazioni per autonomia e problemi di ricarica. Almeno il primo di questi ostacoli può essere aggirato con la ricerca di un elettrico usato: l'offerta di modelli di seconda mano si va ampliando con molte possibilità di scelta (e di consegna rapida), ma qui entra in gioco un fattore nuovo: viste le enormi differenze nel motore e nel tipo di propulsione, non si può più giudicare l'auto solo in base ai chilometri.

I consigli di un esperto che "consuma" le auto

Facciamoci aiutare da un ingegnere  - Leonardo Spacone - che lavora nel campo della certificazione (ci torneremo sopra) e conosce molto bene le elettriche, così bene che la sua Nissan Leaf del 2016 ha fatto 6 volte e mezzo il giro della terra (260.000 km) e ancor oggi vanta il 53% di capacità residua della batteria. Leonardo, qual è la prima cosa da guardare alla ricerca di una elettrica di seconda mano?

R: In realtà, prima ancora di vedere fisicamente l'auto usata (da un privato o commerciante che sia) dobbiamo fare un paio di domande a noi stessi, non diverse da quelle che dovremmo farci con le auto nuove: che uso vorrò farne?, quanti km al giorno per il lavoro, lo studio o le routine quotidiane? Perché questo influenzerà la scelta del modello e del budget. E poi, dove e quando la ricaricherò? A casa? Al lavoro? Questo è della massima importanza perché l'usato inevitabilmente avrà perso una parte dell'autonomia reale e oltretutto le prime elettriche arrivate in Italia avevano batterie più piccole, quindi la possibilità di ricaricare la notte o sul luogo di lavoro è ancora più importante. Non fate l'errore di sopravvalutare le vostre necessità di spostamento: una piccola elettrica usata da 8-10 mila euro come la Leaf o la Zoe, o la BMW i3 (che è un po' più cara della media), anche se offrono solo 150 km di autonomia residua possono andare bene nel 90% dei casi. È un po' come il contatore di casa: se volessimo accendere tutti gli elettrodomestici di una abitazione moderna nello stesso momento non ne basterebbe uno da 20 kW, invece l'abbiamo quasi sempre da 3,3 kW perché abbiamo imparato a usarlo bene e nel 90% dei casi ci basta.

D: Autonomia ridotta rispetto al "nuovo" vuol dire anche le avere la ricarica rapida è importante...

R: Si, per l'usato è ancora più importante della taglia della batteria, ma comunque le prime elettriche arrivate da noi l'avevano quasi tutte. È chiaro che un usato di questo tipo non sarà adatto ai viaggi lunghi, non perché non si possano affrontare, ma solo perché si passerebbe più tempo fermi ad una colonnina che in movimento.

D: Quanto contano i chilometri che si leggono sugli strumenti?

R: Poco o nulla. Mentre per le termiche il chilometraggio è un indice abbastanza certo dell'usura del motore e della scadenza di interventi di manutenzione importanti, nelle elettriche l'unico dato che conta è la capacità residua della batteria, e oggi ci sono degli strumenti che permettono di vedere "dentro" l'accumulatore. Alcuni modelli permettono di visualizzare sul computer di bordo lo state of health o SOH  (da non confondere con il SOC, che è il livello di carica in un determinato momento) ma quello che più conta è l'AEC (actual estimated capacity), un valore che prende come riferimento il quantitativo di energia che una batteria di una certa età può ancora immagazzinare ed erogare, in definitiva i chilometri "veri" che si possono fare. Ricordiamo anche che la maggior parte delle elettriche ha una garanzia di 8 anni o 160.000 km sulle batterie.

D: Per controllare l'AEC c'è un software e un hardware particolare che hai messo a punto?

R: Si è Power Check Control (PKCche legge i dati da un semplice spinotto da collegare all'OBD e un software sullo smartphone che in 90 secondi fa una analisi interna della batteria e restituisce un valore preciso della capacità residua totale e di ogni singola cella, così da poter pianificare anche un intervento di manutenzione "mirato" e molto più economico che la sostituzione dell'intero blocco batteria, che sarebbe la cosa sbagliata da fare. Tra parentesi, questo lavoro - il riparatore di batterie - è una di quelle professioni su cui vale la pena di investire perché in un futuro molto vicino ce ne sarà bisogno eccome. Dal check di PKC si può ricavare un certificato di salute dell'auto che è molto utile sia per chi compra l'usato sia per chi lo vende, evitando problemi futuri. Poi naturalmente, come per tutte le auto, bisogna fare la prova su strada e controllare che tutto a bordo funzioni nel modo dovuto. Consideriamo che una elettrica non ha il cambio né la frizione e consuma pochissimo i freni, dato che c'è il recupero di energia, comunque sterzo, sospensioni, arredi e servomeccanismi vari devono funzionare al 100%.

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D: Venendo alle marche e ai modelli, cosa è più raccomandabile?

R: Dipende da quanto si vuole spendere e dall'uso pratico, ma partiamo dal basso, cercando le prime generazioni della Nissan Leaf o della Renault Zoe che si possono trovare usate anche sotto ai 10.000 euro. Le BMW i3 sono modelli che tengono molto bene la capacità della batteria, anche nelle prime versioni da 60 Ah, da cercare senza il Rex (il motore ausiliario termico) perché tanto non serve. Peugeot 208 e 2008 sono anche loro dei buoni acquisti anche se un po' più cari perché hanno grandi batterie. Una delle più difficili da trovare, perché chi ce l'ha se la tiene, è la Volkswagen e-up! va bene con tutti i tagli di accumulatore, da 19 e da 37 kWh, macchina fantastica che ci vorrebbe ancora oggi. Tesla? Si trova ma parliamo di prezzi vicini a quelli del nuovo.

D: Lo stato di salute della batteria è influenzato dall'uso e dal tipo di ricarica che ha fatto il proprietario precedente?

R: Si, e tra l'altro PKC è in grado di rilevarlo. Un grande numero di ricariche veloci o, al contrario, un uso molto sporadico dell'auto sono come il diavolo in chiesa. Una volta si diceva "Usato come nuovo, appartenuto ad un medico..."; ecco, nel caso delle elettriche, usare troppo di frequente i fast charge, oltre che costoso, è dannoso, e forse ancora di più è lasciare l'auto ferma per molto tempo attaccata alla ricarica lenta, sempre al 100% inutilmente. Questo va evitato assolutamente.

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