Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Pensi di guidare pulito, a bordo della tua vettura elettrica, ma forse è solo un’illusione: certo, non produci emissioni, ma il problema è a monte.
Se fossero confermate le cifre riportate dal report Sustainability Monitor redatto dalla Roskill e ripreso dall’Ansa, ci sarebbe da preoccuparsi, e non poco.
Infatti, la maggiore produzione di litio entro il 2030 potrebbe portare ad una crescita di CO2 fino a sei volte l’attuale, producendo così un effetto opposto rispetto agli annunciati obiettivi di transizione energetica
Roskill, company londinese specializzata nell'analisi e della valutazione del mercato dei minerali sostiene che l'aumento della domanda di litio potrebbe far triplicare, attraverso le varie fasi di estrazione, produzione, trasporto e fabbricazione entro il 2025 le emissioni di CO2, e addirittura farle crescere di sei volte entro il 2030.
All'origine di questa situazione ci sono aspetti legati alla estrazione e al trattamento del minerale, a causa della netta differenza nell'intensità delle emissioni equivalenti di CO2 tra le operazioni di estrazione da acque salmastre ad alta concentrazione (“brine“) e quelle minerarie con rocce di pirosseno di litio e alluminio.
Di solito, il litio che provenie da fonti rocciose comporta una media di 9 tonnellate di CO2 per ogni tonnellata di carbonato di litio raffinato (LCE) prodotto, quasi il triplo per tonnellata di LCE ottenuto dal “brine“.
La preoccupante prospettiva di arrivare a 13,5 milioni di tonnellate di CO2 emesse per la sola produzione dell'elemento base delle batterie potrebbe essere scongiurata con il progressivo abbandono dell’estrazione del minerale a favore dello sfruttamento dei depositi di “brine“.
Secondo lo USGS (United States Geological Survey), i depositi sotterranei di acque salmastre contenenti litio sono abbondanti, presenti soprattutto in Cile, Argentina e in Nevada, e il processo di estrazione è più semplice: la “salamoia“, pompata in superficie, viene poi fatta evaporare in una successione di stagni, per raggiungere una purezza giusta per il trattamento chimico che produce il prodotto finale, il carbonato di litio.
Inoltre, il litio può anche essere estratto dalle argille di litio (hectorite) e dalle salamoie di petrolio (petrolitio), che sfrutta la concentrazione di litio e altri elementi dalle acque reflue (salamoia) che accompagnano la produzione di petrolio e gas: secondo la canadese MGX Minerals Inc, questa nuova tecnologia potrebbe migliorare il panorama energetico nei prossimi decenni.