Auto elettrica? «A rischio 500.000 posti di lavoro»

Auto elettrica? «A rischio 500.000 posti di lavoro»
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L'allarme è di Giorgio Boiani, vicepresidente di AsConAuto
27 ottobre 2017

Punti chiave

Un boom dell'auto elettrica? Potrebbe contribuire a migliorare la qualità dell'aria, specialmente nei grandi centri, ma potrebbe anche mettere a rischio l'occupazione del comparto auto italiano. A lanciare l'allarme è Giorgio Boiani, vicepresidente di AsConAuto, associazione che riunisce i concessionari. 

«Il successo dell'auto elettrica potrebbe mettere a rischio in Italia il lavoro di 100mila aziende che si dovranno reinventare e dovranno diversificare la propria attività. Considerando cinque addetti ognuna siamo a un potenziale di 500mila posti di lavoro a rischio», ha detto Boiani all'ANSA, precisando quanto sostenuto alcuni giorni fa a #ForumAutomotive.

Nell'occasione, il rappresentante dell'Associazione Nazionale Consorzi Concessionari Auto aveva detto: «Si parla di 2.700 nuovi punti di rifornimento per le auto elettriche: avvio di un ambizioso progetto per sostenere la diffusione dell'auto elettrica nel mercato italiano. Ma quanti posti di lavoro potranno essere a rischio nei 22.900 distributori di benzina presenti in Italia?».

Nelle 100.000 imprese, chiarisce Boiani, sono incluse oltre alle stazioni di servizio anche le officine e i centri di assistenza: «Difficile che riescano ad allargare le proprie attività anche all'assistenza delle elettriche. L'Italia non è strutturalmente pronta a questo cambiamento. Gli scenari che sono stati analizzati non sono completi. Nel nostro Paese circolano ancora 5 milioni di Euro 0».

Il motivo sarebbe innanzitutto di carattere economico, legato ai costi delle apparecchiature necessarie per riparare le EV, oltre che a motivi di spazi e di aggiornamento professionale.

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