Auto e moto sono armi?

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Una campagna per la sicurezza stradale che fa discutere: equiparare auto e moto ad armi puntate pronte a sparare è un’inutile forzatura.
10 maggio 2016

Non ci sono morti e feriti, sangue e carcasse, ma l’effetto è comunque quello di un cazzotto in pieno stomaco: per la campagna sulla sicurezza stradale, il Comune di Firenze non è andato troppo per il sottile ed ha scelto la linea dura. Ma sembra quasi di ascoltare le dichiarazioni di Donald Trump sugli immigrati: fuori luogo, come arrivassero da chi ha perso un po’ il contatto con la realtà.

E non vorremmo che invece di raggiungere lo scopo, ottenessero l’effetto contrario: puntare sempre agli aspetti negativi, sottolineare in modo ossessivo le pericolosità di un oggetto piuttosto che puntare su valori positivi, può anche essere controproducente dal punto di vista pedagogico.

Non ci pare di aver mai ravvisato analoga attenzione verso fenomeni egualmente preoccupanti, come le morti sul lavoro o gli incidenti domestici

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Il messaggio, firmato da Humans, è che un’auto o una moto sono armi, e come tali vanno trattate. L'adv raffigura un fucile e una pistola costituiti appunto da pezzi di auto e moto sarà visibile per un mese a Firenze, sugli autobus e sulla tramvia e attraverso i principali organi informativi. «Firenze - ha sottolineato il sindaco Dario Nardella - ha visto nascere la proposta di legge di iniziativa popolare per introdurre il reato di omicidio stradale, nel 2011. Dopo cinque anni questa nostra battaglia è diventata realtà e il Parlamento ha approvato il testo definitivo pochi mesi fa. Adesso dobbiamo continuare a lavorare sull’educazione e sulla conoscenza senza abbassare la guardia: in Italia nel 2015 ci sono stati 3.500 morti sulle strade, 22 a Firenze. Si tratta di numeri da bollettino di guerra e proprio sulle armi e sulla guerra punta la nostra nuova campagna. 

«Vogliamo convincere le persone che se guidi un veicolo - ha proseguito il sindaco - devi essere consapevole che questo è un’arma: per evitare danni, bisogna rispettare nel modo più scrupoloso possibile tutte le regole e mettersi al volante nelle migliori condizioni fisiche e mentali».

Ci permettiamo di dissentire dai creativi che hanno realizzato la campagna: non è equiparando auto e moto ad armi pronte a sparare che si fa educazione, quanto pura demagogia. E, per dirla tutta, non ci pare di aver mai ravvisato analoga attenzione verso fenomeni egualmente preoccupanti, come le morti sul lavoro o gli incidenti domestici: a quando uno spot in cui un normale coltello da cucina diventa l’arma preferita di Jack lo Squartatore?

 

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