Auto e moto: 5 idee per farle pesare meno sul portafoglio

Auto e moto: 5 idee per farle pesare meno sul portafoglio
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Nasce la Compagnia dell'Automobile che finalmente vuole far sentire la voce dei milioni di automobilisti e motociclisti. L'obiettivo? Abbattere i costi di mantenimento e spezzare l'equazione mezzi a motore = "bancomat" dello Stato
17 novembre 2015

Milano - In Italia circolano qualcosa come 34 milioni di automobilisti e 9 milioni di motociclisti. Numeri da capogiro, che da sempre fanno gola allo Stato e ai suoi apparati tentacolari. Da sempre infatti regioni, province e comuni spremono come limoni tutti coloro che per necessità o anche solo per passione si muovono su un mezzo a motore. Tassare la mobilità del resto è tanto facile quanto redditizio. Tutti hanno bisogno di muoversi e quasi sempre si finisce per utilizzare il mezzo di trasporto privato, visto che i mezzi pubblici - con rare eccezioni - lasciano ancora troppo a desiderare nel nostro Paese. E così fioccano accise, balzelli, tasse di tutti i tipi, oltre all’ipt e al tanto odiato bollo.

 

Ma quanto valgono gli automobilisti e i motociclisti italiani? Un’enormità, stando agli ultimi dati diffusi dall’Anfia (Associazione Nazionale fra Industria Autonomobilistiche, nda). In Italia infatti grazie al settore automotive entrano nelle casse dello Stato circa 70 miliardi di euro all’anno (!). Cifre che valgono molto più di una manovra finanziaria e che rappresentano circa il 17% delle entrate nazionali complessive. E’ per questo che da anni si continua a ripetere che il popolo dell’auto e della moto viene utilizzato come “bancomat” dallo Stato, che non si è mai fatto troppi scrupoli a mettere le mani nelle tasche di chi ama auto e moto o di chi, per forza di cose, usa quotidianamente i mezzi a motore.

mercato auto valore 2014
Automobilisti e motociclisti in Italia sono considerati alla stregua di un "bancomat" dello Stato

 

Contando sulla forza dei numeri - siamo pur sempre decine di milioni di patentati - c’è chi ha pensato però di provare a dire basta. Stiamo parlando della Compagnia dell’Automobile che, sulla scia di quanto accade già oggi in Francia con il gruppo "40 millions d'automobilistes", ha costituito un’associazione per cercare di migliorare la situazione di tutti i "motorizzati". L’aspetto interessante è che per la prima volta si cerca di coinvolgere non solo le Istituzioni, su cui gravano comunque gran parte delle responsabilità, ma anche altri protagonisti di questo mondo. Sono infatti cinque le macroaree in cui si muoverà la Compagnia, facendo leva su argomentazioni molto concrete e del tutto condivisibili.

1) Costruttori: una garanzia di 5 anni

La prima proposta si rivolge alle Case costruttrici a cui si chiede finalmente una garanzia sul nuovo estesa a 5 anni. Uno sforzo che darebbe una prova tangibile ai consumatori del costante incremento della qualità costruttiva e dello sviluppo tecnologico di cui si sono rese protagoniste auto e moto negli ultimi periodi. Sempre ai costruttori poi si chiede di istituire un prestito d’onore per giovani e nuove imprese, ma anche listini scontati per acquisti di gruppo e uniformità e controllo dei costi di manutenzione e dei ricambi nelle reti distributive.

2) Assicurazioni: sconti in base alla tecnologia di bordo

Il secondo attore da coinvolgere non può che essere il mondo delle assicurazioni. Alle compagnie si chiedono tariffe scontate in rapporto alla tecnologia per la sicurezza: attiva, passiva e preventiva presenti a bordo. Le auto moderne del resto presentano tutte una serie di sistemi di assistenza che dovrebbero aiutare il guidatore ad evitare spiacevoli imprevisti. Quindi meno incidenti e meno gravi = tariffe più basse.

3) Istituzioni: togliere un po' di accise e detraibilità

La maggior parte delle proposte però sono ovviamente per le Istituzioni. La Compagnia dell’automobile chiede prima di tutto una detrazione parziale dai redditi delle spese d’acquisto dell’auto nuova a fronte della rottamazione di auto Euro 1/2/3 + inquinanti. Il secondo punto invoca ancora una volta la detraibilità delle auto aziendali secondo la media europea, che avrebbe anche innegabili vantaggi dal punto di vista dell’occupazione. Allo Stato però si chiede anche una scadenza certa delle accise di scopo sui carburanti al cessare delle ragioni che le hanno determinate (es. Guerra in Etiopia, Terremoto Irpinia, ecc.,). 

 

Si torna poi sul tema dell’abolizione delle spese doppie/inutili addebitate da Motorizzazione e PRA, sbandierata anche dal governo Renzi ma ad oggi non ancora realizzata. Ma si pensa anche al mercato di seconda mano con l’idea di prevedere spese di trapasso proporzionali al valore dell’usato per mettere la parola fine alle storture macroscopiche di oggi (500 euro di passaggio di proprietà per una Panda che vale 700 euro). Infine sarebbe auspicabile un concreto sostegno alla ricerca per le aziende delle filiere Automotive che investono.

4) Petrolieri: prezzi in linea col petrolio

La Compagnia però coinvolge direttamente anche i petrolieri chiedendo un prezzo uguale per i carburanti in autostrada e sulle strade normali e soprattutto un adeguamento rapido del prezzo dei carburanti alla pompa al calare del prezzo del petrolio.

Autostrade: basta aumenti automatici 

5) Infine alle società autostradali, che ogni anno continuano ad aumentare le tariffe in maniera ormai automatica ma del tutto ingiustificata si propongono  abbonamenti e pedaggi scontati per pendolari e professionisti del trasporto, su percorsi abituali o a chilometraggio. Ma anche pedaggi scontati nei tratti interessati da lavori in corso e cantieri che alterano le caratteristiche di sicurezza e di velocità di percorrenza e aumenti tariffari non automatici legati alla realizzazione dei miglioramenti apportati e non finanziati dagli utenti.

 

Naturalmente quelle della Compagnia al momento sono soltanto delle proposte. E' chiaro però che più saranno gli iscritti all’Associazione, più sarà facile far sentire il peso di automobilisti e motociclisti ai diretti interessati (qui il link per iscriversi). Ora aspettiamo le risposte di politici, aziende, istituzioni. La prima a rispondere all’appello è stata la Regione Lombardia che, per bocca del Consigliere Regionale Carolina Toia, ha già dato il suo appoggio ad alcune proposte, legate in particolare ad una sempre maggior riduzione del bollo (la regione Lombardia lo ha già eliminato per le auto ventennali, i disabili e le vetture “green” di nuova immatricolazione). Nel frattempo ci auguriamo che possano arrivare i primi risultati concreti. E ora, avanti il prossimo.

 

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