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La “potatura” delle auto blu avviata qualche anno fa continua a dare buoni frutti: secondo l'ultimo censimento, il parco auto delle pubbliche amministrazioni al 31 dicembre 2015 risulta ridotto a circa un terzo rispetto a quello del 2014, con meno di 22.000 autovetture a fronte delle 66.600 dell’anno precedente.
Il dato è comunque da prendere con le pinze, perché all'appello mancano oltre due terzi dei Comuni (molti dei quali, però, secondo i dati del 2014, hanno una sola o alcuna autovettura) che non hanno comunicato la composizione del loro parco auto così come altri enti, tra cui l'Aci e Friuli Venezia Giulia, Molise e Provincia autonoma di Bolzano. Se non risponderanno entro il 29 febbraio, però, dovranno secondo le norme rinunciare al 50% della spesa prevista per l'acquisto, la manutenzione, il noleggio e il mantenimento di autovetture, nonché per l'acquisto di buoni taxi.
Particolarmente significativa è la riduzione delle amministrazioni centrali dello Stato, che dalle complessive 527 risultanti nel 2014 passano a 269 autovetture al 31 dicembre 2015, con un dimezzamento delle autovetture a disposizione; delle Province e Città metropolitane, che nel 2014 denunciavano oltre 4000 autovetture, e che scendono a circa 1.200 nel Censimento 2015; della sanità regionale e dei comuni non capoluogo, che riducono complessivamente di oltre la metà il loro parco auto.
In base all'accordo, i limiti non si applicano per le autovetture utilizzate per i servizi istituzionali di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, di protezione civile, di polizia locale, per i servizi sociali e sanitari svolti per garantire i livelli essenziali di assistenza, per i servizi di trasporto scolastico e per quelli svolti nell'area tecnico-operativa o di vigilanza.
Non possono essere tagliate le vetture acquisite con contratti di locazione e noleggio, per i quali va attesa la naturale scadenza.