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Tutti i “meno giovani” appassionati di auto e i collezionisti conoscono il nome Touring Superleggera, non solo in Italia. L’attività pseudo-artigianale legata a modelli di gran stile e anche prestazione, vide (come altre simili) un declino che la portò a sparire nella seconda metà del secolo scorso ma, per pochi fortunati, quel nome vive ancora.
Il logo si appone oggi a qualche rara serie limitata di vettura, con carrozzeria ovviamente da urlo, su sostanza di modelli in produzione da altri costruttori. L’ultima nata, esposta in questi giorni, è la Touring Aero 3. Auto importante ma di misura giusta, lunga 4.8 metri per due portiere con la carrozzeria che, ovviamente, è in fibra di carbonio.
Ci si vedono richiami a vetture del passato di gran classe e prestazione, come l’Alfa Romeo 8C 2900 Le Mans e la BMW 328 MM. Vista da fuori è un’auto palesemente sportiva di classe, con frontale esteso, belle curve a evidenziarne abitacolo e asse posteriore ma, soprattutto, l’inusuale pinna posteriore. Anche questo un richiamo alla vecchia storia Touring, con la “profilatura al vento” degli anni in cui pochi potevano studiarla, con una galleria del vento, la carrozzeria di un’auto prodotta artigianalmente.
Come base per la Touring Aero 3 si presume ci sia tutta la sostanza meccanica di una Ferrari (e che Ferrari: F12 berlinetta). Il motore è infatti un V12 6.3 da 740 CV. Prestazioni date: 3,1 secondi per lo 0-100 e 340 km/h di velocità massima.
Come averla? Per la massa grazie a un sogno o a un’occasione di possibile momentaneo assaggio. Che può permetterselo invece, contattando la Carrozzeria dovrebbe prendersi o comunque provvedere alla fornitura dell’auto base (il citato Ferro) quindi per far nascere la Aero 3 ci vogliono migliaia di ore lavoro, con attesa semestrale e prezzo finale al momento imprecisato (ma la sola F12 berlinetta usata non costa meno di 150K).