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All’imminente Tokyo Motor Show Toyota esporrà la Mirai Concept, la nuova generazione della nota berlina alimentata a idrogeno ora capace di un’autonomia di 600 km e in grado di fare il pieno in soli cinque minuti.
La tecnologia fuel cell è già ampiamente acquisita e, come è noto, i veicoli a idrogeno non hanno emissioni inquinanti, vantano tempi di rifornimento brevi (paragonabili a quelli dei veicoli a benzina), una autonomia lunga e un peso decisamente inferiore ai veicoli elettrici.
Necessitano però di una rete infrastrutturale dedicata e capillare per poter essere realmente competitivi. E le tecnologie di oggi, va detto, sono ancora lontane dal consentire a produttori di mantenere la promessa del tubo di scappamento dal quale esce soltanto vapore acquo.
Da fare, insomma, c'è ancora tanto, perché le questione aperte sono numerose. E affinché quel proposito non resti una chimera potrebbero volerci anni, diversi decenni.
E per tutte queste ragioni che l'Associazione europea dei produttori di automobili (ACEA), Hydrogen Europe e l'Unione internazionale dei trasporti stradali (IRU) hanno chiesto ai responsabili politici europei di intensificare gli investimenti in infrastrutture di rifornimento di idrogeno.
ACEA rappresenta i 15 principali produttori di automobili, furgoni, camion e autobus presenti in Europa, Hydrogen Europe rappresenta
invece 130 aziende che promuovono l’idrogeno come combustibile a emissione zero.
Purtroppo, però, le infrastrutture di rifornimento di idrogeno nel nostro continente sono molto carenti, condizione che mina la diffusione di questa tecnologia.
Mercoledì scorso si è tenuta a Bruxelles la conferenza Hydrogen for Climate Action, organizzata dal DG GROW della Commissione europea e da Hydrogen Europe. I progetti presentati durante l'evento, che ha visto la presenza di 450 partecipanti, comportano un investimento di oltre 60 miliardi di euro nei prossimi 5-10 anni: una volta completati permetteranno di risparmiare 35 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 all'anno.
L'idrogeno ha un ruolo significativo nella decarbonizzazione dei settori industriale, dei trasporti e dell'energia perché consente produzione, stoccaggio e consumo senza emissioni. Inoltre l'energia a base di idrogeno può essere generata all'interno dei confini dell'UE, integrando le produzione di energia solare ed eolica esistente.
A margine di questa conferenza, ACEA, Hydrogen Europe e IRU hanno firmato una dichiarazione che sollecita la prossima Commissione europea e i neoeletti deputati a fornire il giusto quadro a sostegno delle infrastrutture dell'idrogeno in tutta l'Unione Europea. Un programma che include la revisione della direttiva sulle infrastrutture per i carburanti alternativi, lo sviluppo di nuovi strumenti finanziari per gli investimenti nelle infrastrutture e la possibilità di attingere ai meccanismi di finanziamento dell'UE esistenti.
L'industria europea è all'avanguardia nelle tecnologie dell'idrogeno e delle celle a combustibile e le future politiche a livello nazionale ed europeo dovrebbero contribuire a confermare questa leadership.
"Insieme ad altri veicoli a propulsione alternativa, i veicoli a celle a combustibile hanno un forte potenziale nella transizione verso la mobilità a emissioni zero - sono state le parole di Eric-Mark Huitema, direttore generale ACEA - ma molto dipende da una rete di stazioni di rifornimento di idrogeno da costruire: attualmente ci sono soltanto 125 stazioni in tutta l’Unione, quindi c’è tanto da fare nei prossimi anni".